Cambiamento climatico e investimenti

Responsabilità

Nessuno può ignorare il cambiamento climatico, meno che mai gli investitori, che possono allocare risorse per fare la differenza. L’Active Ownership può anch’essa aiutare a trasformare le aziende. Da un grande potere derivano grandi responsabilità.

80%

Degli investitori globali ritiene che governi e regolatori si debbano assumere la responsabilità per la riduzione delle emissioni secondo gli obiettivi dell’ dell’Accordo di Parigi.

60%

delle società pubbliche e private segue nella lista, ed infine gli investitori istituzionali (59%). Gli investitori collocano le ONG (54%) davanti alla maggior parte delle altre tipologie di investitori per quanto riguarda l’accollo di responsabilità, mentre gli investitori privati sono considerati come i soggetti con le responsabilità minori.

I governi devono fare di più, la COP26 è di scarso aiuto e i clienti vogliono l’allineamento agli obiettivi dell’Accordo di Parigi

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L'investimento climatico è molto più del prossimo grande trend

Lucian Peppelenbos (Climate Strategist) e Carola van Lamoen (Head of Sustainable Investing) esaminano il cambiamento climatico e gli investimenti climatici da tutti i punti di vista. Ascolta il trailer o il podcast completo di 25 minuti.

Indirizzare il denaro verso le aziende sostenibili

Gli investitori possono svolgere un ruolo importante nel decidere come indirizzare il denaro verso quelle aziende in grado di fare la differenza nell’ambito del cambiamento climatico. Per le società quotate, la minaccia di disinvestire, associata a un coinvolgimento diretto, risulta essere particolarmente efficace. E la prevista Tassonomia UE fornirà chiarezza su ciò che costituisce un'attività sostenibile dal punto di vista ambientale, e in quali circostanze.

I gestori decidono quali azioni e obbligazioni inserire in portafoglio, il che significa che possono indirizzare la loro scelta verso le aziende impegnate a favore della decarbonizzazione. Ciò avviene principalmente attraverso uno screening negativo (in genere, esclusioni) o positivo, basato su modelli che aiutano a trovare aziende con profili ESG migliori.

Coinvolgimento diretto (o “engagement”) può essere utile per convincere le aziende a fare meglio. Robeco ha definito due tematiche di engagement per il 2021, mirate alle istituzioni finanziarie che finanziano le aziende piu’ inquinanti, e a quelle aziende che sono state lente o riluttanti a passare a modelli di business meno inquinanti.

Nel frattempo, sono state lanciate molte nuove strategie che investono in aziende che contribuiscono in modo diretto alla lotta contro il riscaldamento globale. Nel dicembre 2020, Robeco ha lanciato due strategie climatiche a reddito fisso con benchmark allineati all’Accordo di Parigi – la prima volta che ciò avviene in questo segmento.

Altri prodotti di investimento legati al clima includono quelli dedicati alle tecnologie di cattura delle emissioni, all’economia circolare e al rimboschimento. Altre forme di “impact investing” si focalizzano invece sugli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni unite (in particolare l’SDG n. 13 - Lotta contro il cambiamento climatico) assieme ai green bond. Quindi, si tratta solo di indirizzare tutto il denaro verso questi tipi di strategie?

Pensare per alternative

No, perché gli investitori devono anche pensare per alternative: non basta evitare le aziende ‘cattive’ e acquistare i titoli più ecologici, afferma Lucian Peppelenbos, specialista del cambiamento climatico. “L'ironia è che dobbiamo utilizzare i combustibili fossili oggi per riuscire a farne a meno domani”, dichiara. “Prendiamo il settore ‘oil & gas’: una necessità quotidiana che è sia il nocciolo del problema che parte della soluzione. Il petrolio e il gas saranno necessari per i trasporti e il riscaldamento fino al 2050, anche se in misura ogni anno decrescente. E abbiamo ancora bisogno di combustibili fossili e prodotti chimici per costruire i parchi eolici”.

“Le major petrolifere devono trasformarsi in aziende di energie rinnovabili, e noi dobbiamo aiutarle a farlo. Limitarsi semplicemente a disinvestire dalle prime per investire nelle seconde non ci consentirà di risolvere il problema. Ad esempio, conosciamo un'azienda che ha un'elevata impronta di emissioni a causa delle sue miniere, ma che dispone anche della più grande capacità di produzione di energia rinnovabile in Europa. Quindi, è opportuno essere investiti in tale azienda per contribuire a realizzare la transizione energetica e ottenere un'esposizione alle fonti rinnovabili. Questo è l'equilibrio che bisogna trovare.”

Bastone e carota

Le società ‘oil & gas’ investibili hanno ancora bisogno del denaro degli azionisti per sopravvivere – ed è qui che gli investitori possono esercitare il loro potere. “La minaccia di esclusioni o disinvestimenti è particolarmente efficace se associata ad attività di engagement”, afferma Peppelenbos.

“Intrattengo da molti anni rapporti con le compagnie petrolifere e so che, per queste società, il pensiero che i loro principali investitori possano disinvestire rappresenta una minaccia reale, che temono davvero. Quindi, sono ben disposte ad ascoltare ciò che vogliamo da loro per evitare che ciò accada, perché sanno che anche noi siamo sotto pressione. Lo abbiamo visto con Shell. Quindi, penso che possa funzionare”.

Non tutto è investibile

Purtroppo, non tutto è alla portata degli investitori. “Possiamo investire solo in titoli quotati; la maggior parte delle riserve mondiali di carbone sono di proprietà dei governi, quindi non possiamo minacciare di escluderli”, continua Peppelenbos. “In Robeco, non acquistiamo neppure beni reali come le centrali eoliche, che costituiscono una parte fondamentale dell'equazione. Ciò che possiamo fare, però, è investire nelle aziende che sviluppano le tecnologie alla base delle centrali eoliche e di altre fonti rinnovabili”.

“Abbiamo una chiara responsabilità: offrire opportunità di investimento in una qualsiasi di queste aree, ricordando però che non possiamo liquidare le posizioni in tutti i produttori e gli utilizzatori di combustibili fossili da un giorno all'altro”.

La tassonomia dell'UE può rivelarsi utile

Una cosa che contribuirà a indirizzare il denaro verso le aziende più sostenibili è la nuova Tassonomia dell’UE. Per la prima volta, essa stabilisce di istituire un sistema di classificazione unificato delle attività economiche ‘verdi’ e ‘sostenibili’, nel quadro della regolamentazione finanziaria in materia di sostenibilità dell’UE.

In base a tale Tassonomia, le attività ecologicamente sostenibili devono contribuire in modo sostanziale a uno o più di sei obiettivi ambientali, ossia, la mitigazione dei cambiamenti climatici, l’adattamento ai cambiamenti climatici, l’uso sostenibile e la protezione delle risorse idriche e marine, la transizione verso un'economia circolare, la prevenzione e il controllo dell'inquinamento, e la protezione e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.

Finora sono state definite solo le attività che contribuiscono ai primi due obiettivi ambientali – mitigazione dei, e adattamento ai, cambiamenti climatici. Le prime comunicazioni su come raggiungere tali obiettivi dovranno essere presentate entro gennaio 2022. I criteri di screening tecnico per le attività che apportano un contributo sostanziale agli altri quattro criteri saranno resi disponibili entro la fine del 2021, e le relative comunicazioni dovranno essere fornite nel corso del 2023.

Esclusioni: la nostra ultima risorsa

Le esclusioni sono utilizzate da tempo da Robeco per le aziende con prodotti o pratiche che non soddisfano standard accettabili. Una nuova politica adottata nel 2020 è andata oltre, escludendo i combustibili fossili da tutti i portafogli, in base a determinate soglie.

Robeco gestisce tre tipi di portafogli. Le strategie ‘Sustainability Inside’ (o SI) prevedono standard ESG integrati, e costituiscono la maggior parte delle strategie in fondi OICVM presso Robeco. Le strategie ‘Sustainability Focused’ fanno un passo in più, con target ESG specifici, come il raggiungimento di un’impronta ambientale migliore rispetto al benchmark. Le strategie di investimento Impact Investing vanno ancora oltre, in genere puntando a un tema in cui è possibile avere un impatto reale sul campo, ad esempio attraverso gli SDG.

In passato, le società escluse da uno qualsiasi di questi portafogli includevano quelle che producevano armi controverse come le bombe a grappolo, le aziende coinvolte in pratiche di corruzione o non etiche, e il tabacco. Il cambiamento climatico non veniva in genere considerato un motivo di esclusione – infatti, i combustibili fossili erano spesso considerati come un elemento necessario per l’economia, in attesa di un’effettiva transizione verso fonti energetiche più pulite in futuro.

Ampliare il campo di applicazione

Ma, in base alla nuova politica annunciata nel settembre 2020, le aziende che traggono il 25% o più dei loro ricavi da carbone termico o sabbie bituminose, o il 10% dalla trivellazione artica, sono state escluse dai portafogli Sustainability Inside. Ciò amplia la politica di esclusione in materia di carbone termico che in precedenza veniva applicata solo alle strategie più personalizzate, come Sustainability Focused e Impact Investing.

Inoltre, per la prima volta, vengono preclusi investimenti in aziende impegnate attivamente nelle sabbie bituminose e nella perforazione artica. Ciò significa che 242 aziende di combustibili fossili nei settori dell'energia, dell'estrazione mineraria e delle utility saranno aggiunte all'elenco delle esclusioni.

Soglie più severe sono state applicate ai portafogli Sustainability Focused e Impact Investing, escludendo le aziende con appena il 10% delle loro attività nel carbone termico e nelle sabbie bituminose, o il 5% nelle trivellazioni artiche. Come risultato dell'espansione, la politica di esclusioni copre adesso l'intera gamma di strategie registrate come Fondi OICVM presso Robeco.

“Nonostante l’approccio preferito sia quello di impegnarsi con le aziende, riteniamo che sia molto difficile portare cambiamenti significativi in quelle società il cui portafoglio favorisce gli investimenti in carbone e sabbie bituminose”, afferma Carola van Lamoen, Responsabile Sustainable Investing presso Robeco. “Preferiamo quindi concentrare i nostri sforzi in settori e aziende dove siamo più sicuri che il nostro impegno sarà ricompensato in maniera efficace”.

La via verso gli investimenti allineati all’Accordo di Parigi

La corsa all’obiettivo “net zero” è cominciata. Cosa comporta tutto questo in pratica per gli investitori? Il nostro paper spiega quali sono le componenti fondamentali degli investimenti allineati all’Accordo di Parigi.

La via verso gli investimenti allineati all’Accordo di Parigi

Mettere in pratica gli insegnamenti – l’ambizione di raggiungere emissioni nette zero di anidride carbonica

In Robeco, ci piace mettere in pratica gli insegnamenti. Nel dicembre 2020, ci siamo impegnati ad azzerare le emissioni nette di gas serra nelle totalità delle nostre masse in gestione entro il 2050. In questa serie di domande e risposte, spieghiamo le motivazioni alla base di questa decisione.

Cosa si è impegnata a fare Robeco?

Raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a meno di 2°C entro la fine di questo secolo significa che il mondo deve diventare neutrale dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Molte nazioni, insieme all'UE, si sono impegnate a diventare a emissioni nette zero entro questa scadenza. In qualità di leader negli investimenti sostenibili, abbiamo ritenuto di avere il dovere fondamentale di fare lo stesso.

Cosa comporta tutto questo in pratica?

Tutte le attività in gestione di Robeco devono diventare neutrali rispetto alle emissioni di anidride carbonica, il che significa che tutte le società detenute come titoli azionari od obbligazionari nei nostri portafogli devono raggiungere questo obiettivo entro il 2050. In quanto tali, esse dovranno ridurre le loro emissioni di gas serra e impegnarsi a compensare le emissioni. Per raggiungere questo obiettivo, dovranno apportare importanti cambiamenti ai loro modelli economici, ivi inclusa la transizione a lungo termine dai combustibili fossili alle energie rinnovabili.

Ma ciò non significa semplicemente disinvestire dalle aziende che hanno problemi?

Non si tratta solo di decarbonizzare i portafogli liquidando le aziende ad alto contenuto di emissioni – questo tipo di disinvestimenti non risolve il problema di fondo. Dobbiamo lavorare con le aziende ad alta intensità di emissioni, anche attraverso un coinvolgimento diretto, per aiutarle a modificare i loro modelli di business, adottando soluzioni a basse emissioni.

In che modo Robeco otterrà questo risultato?

Tutti i nostri team di investimento utilizzeranno una tabella di marcia per delineare come possiamo gradualmente decarbonizzare tutti i nostri investimenti, di importo pari a diversi miliardi di euro. Gli obiettivi fissati nella tabella di marcia includono la riduzione delle emissioni di portafoglio utilizzando modelli di dati in grado di calcolare la quantità di gas serra prodotti dalle aziende.

Lo facciamo unilateralmente o insieme ad altri?

È stata una decisione presa da noi come qualcosa che dovevamo fare comunque, ma abbiamo sempre creduto nel potere della collaborazione: lavorare insieme per raggiungere obiettivi più ampi. Per cui, lo abbiamo fatto nell'ambito di uno sforzo internazionale da parte del Net Zero Asset Managers Commitment, lanciato dal gruppo Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC), di cui Robeco è membro.

E per quanto riguarda i nuovi prodotti?

Nel dicembre 2020, siamo diventati il primo gestore al mondo a lanciare strategie climatiche a reddito fisso incentrate su quelle aziende che stanno offrendo un contributo diretto alla lotta contro il riscaldamento globale. Abbiamo anche prodotti incentrati sugli obiettivi di sviluppo sostenibile, tra cui l'OSS 13: Lotta contro il cambiamento climatico. E abbiamo investimenti in soluzioni come i green bond, l’energia intelligente e l’economia circolare.

Quali misure sono state adottate finora?

Pensiamo che i combustibili fossili rappresentino l’obiettivo più a portata di mano, in quanto sono una questione ovvia su cui prendere posizione. Nel settembre 2020 abbiamo esteso la nostra politica di esclusione dei combustibili fossili a tutti i fondi OICVM (non solo a quelli dedicati), soggetti a determinate soglie. Associamo ciò a politiche di engagement esteso, mirate a coinvolgere non solo le aziende ad alto tenore di carbonio, ma anche le istituzioni finanziarie che le finanziano.

Robeco ha potenziato le sue risorse per raggiungere questo obiettivo?

Sì. Volevamo dotarci di competenze extra in questo settore. Nel 2020 abbiamo assunto uno strategist e un data scientist specializzati sul clima, che sono impegnati esclusivamente su questo progetto. Essi lavorano nell'ambito del nostro Centro di competenza SI, creato anch’esso nel 2020, in parte per intensificare i nostri sforzi sulle questioni legate agli investimenti sul clima. Essi consigliano i team di investimento di tutta l'azienda.

Robeco pubblica tutti i suoi risultati?

Sì. Crediamo fermamente che la trasparenza sia una parte importante della sostenibilità. Pubblichiamo quindi tutte le nostre politiche di sostenibilità sul nostro sito Web, compresa una Politica sui cambiamenti climatici aggiornata a settembre 2020. Inoltre, produciamo aggiornamenti periodici su come la sostenibilità impatta la performance delle strategie e illustriamo il nostro lavoro di engagement in report trimestrali.

Vi invitiamo a visitare anche le altre pagine della nostra Piattaforma per l’investimento climatico