Migliori prospettive di crescita
I mercati emergenti hanno popolazioni più giovani e livelli di indebitamento più bassi rispetto alle economie sviluppate.
Per gli investitori che cercano diversificazione e crescita di lungo periodo, i mercati emergenti stanno diventando una parte essenziale di un portafoglio globale. L’investimento nei mercati emergenti offre un potenziale di crescita a lungo termine superiore a quello di molti mercati sviluppati. Nel 2025 gli investitori di tutto il mondo hanno spostato volumi crescenti di capitali verso le economie emergenti per una serie di motivi.

I mercati emergenti hanno popolazioni più giovani e livelli di indebitamento più bassi rispetto alle economie sviluppate.

La guerra commerciale condotta dagli Stati Uniti sta accelerando il commercio infraregionale e rafforzando l’influenza di grandi blocchi come l’ASEAN e il Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG), sostenendo la resilienza economica di lungo termine.

Le aspettative di un allentamento della politica monetaria negli Stati Uniti e di un indebolimento del dollaro creano condizioni più favorevoli per gli asset dei mercati emergenti.

Nei principali mercati emergenti si stanno affermando aziende in rapida crescita nei settori dei semiconduttori, delle batterie per veicoli elettrici, dell’energia rinnovabile e del fintech, affiancando nuove prospettive di crescita tecnologica ai tradizionali punti di forza di queste economie nelle materie prime e nella produzione manifatturiera.
I mercati emergenti sono caratterizzati da un alto grado di dispersione nel livello di sviluppo, nel quadro istituzionale, nelle politiche economiche, nel livello di dipendenza dalle risorse naturali e nella cultura politica. Questa eterogeneità crea un terreno fertile per i gestori attivi.
Gli approcci basati solo su indici spesso tendono a sottoperformare nel lungo periodo, ostacolati dalle ritenute fiscali, dalla scarsa liquidità o dall’incapacità di cogliere i punti di svolta dei cicli locali. La gestione attiva, invece, permette di contemperare in modo mirato i rischi di tasso e di valuta, di individuare i paesi con un potenziale di ripresa e di evitare quelli che si trovano sulla soglia di una crisi.
Gli investitori sottopesano molte delle economie più innovative del mondo, e quindi non hanno un’esposizione diretta ad alcune delle migliori aziende value e growth.
La volatilità, un tradizionale punto debole dei mercati emergenti, è oggi pari a quella dei mercati sviluppati e le metriche di valutazione indicano che i primi sono ancora sottovalutati rispetto ad asset comparabili dei secondi. Riteniamo che il profilo di rischio/rendimento sia mutato notevolmente, poiché la politica commerciale ed estera degli Stati Uniti segnala la fine dell’ordine internazionale basato sulle regole. Siamo convinti che i paesi impegnati a promuovere l’innovazione e con un debito più basso saranno i principali beneficiari di questo nuovo ordine globale.
I rendimenti passati non sono indicativi dei possibili risultati futuri. Il valore degli investimenti può sia diminuire che aumentare. Il capitale investito è a rischio. Non vi è alcuna garanzia che gli obiettivi di investimento saranno raggiunti.
I mercati emergenti stanno conquistando una quota maggiore delle esportazioni globali, e regioni come l’Asia, l’America Latina e il Medio Oriente stanno creando catene del valore globali in settori che in precedenza erano appannaggio di Stati Uniti ed Europa. Ciò si traduce anche in un tasso di crescita tendenziale del PIL più elevato nelle economie emergenti, dove cominciano a manifestarsi gli effetti moltiplicatori dell’aumento degli scambi commerciali e della crescente ricchezza.

Fonte: Robeco, dati della Banca Mondiale a fine dicembre 2024

Fonte: Banca Mondiale, FMI, ottobre 2025
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