13-01-2020 · Visione

Biodiversità e settore minerario tra i temi di engagement per il 2020

La tutela della biodiversità e il miglioramento della sicurezza del settore minerario rientrano nella nuova campagna di engagement di Robeco per il 2020.

Tra le questioni che il team di Active Ownership affronterà quest’anno figurano anche il miglioramento della corporate governance dei mercati emergenti, la decarbonizzazione dei portafogli di investimento e l’inadeguatezza delle retribuzioni.

L’annuale selezione dei nuovi temi di engagement avviene in modo strutturato, in stretta collaborazione con i clienti e con i team di investimento di Robeco. I temi riguardano sempre argomenti finanziariamente rilevanti, che toccano questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) in diversi universi di investimento.

“I team di investimento di Robeco sanno cogliere al meglio le condizioni specifiche delle singole aziende, rendendo più efficace l'approccio basato sull’engagement,” sostiene Carola van Lamoen, Responsabile del team di Active Ownership. “Il confronto annuale con la clientela avviene tramite panel dedicati e ci consente di impegnarci su questioni rilevanti anche per i nostri clienti.”

Grazie all’aggiunta di cinque new entry, nel 2020 il nostro team di Active Ownership internazionale si occuperà di 23 temi di engagement.

Contrastare la perdita di biodiversità

“La perdita di biodiversità è una delle minacce ambientali più gravi su scala mondiale, destinata a incidere sulla società nei decenni a venire,” continua Van Lamoen. “Gli investitori sono esposti alla perdita di biodiversità soprattutto attraverso il cambiamento della destinazione d’uso dei terreni dovuto alla deforestazione, a sua volta causata dall’espansione agricola.”

“Vogliamo che le aziende produttrici di soia, cacao e olio di palma e le aziende alimentari in generale effettuino una valutazione dell’impatto generato sulla biodiversità dalle rispettive attività e/o catene di fornitura. Devono anche sviluppare piani finalizzati a raggiungere il traguardo della deforestazione zero entro il 2023.”

“L’impatto della perdita di biodiversità su ogni singola azienda è difficile da prevedere. Nel breve termine, per un’impresa cambia poco se ci sono meno api o meno specie di uccelli.”

“Ma su scala mondiale, l'eventuale estinzione di determinate specie porterebbe a enormi trasformazioni, con gravi conseguenze in termini di capacità di produrre cibo ai ritmi e alle quantità attuali. La sfida è particolarmente impegnativa: per questo collaboriamo con numerosi stakeholder, tra cui università, ONG e il Gruppo di lavoro che la Banca d’Olanda ha dedicato alla biodiversità, raccogliendo input su come affrontare l'argomento dal punto di vista degli investitori.”

Migliorare la sicurezza del settore minerario

Il secondo tema riguarda il miglioramento della sicurezza dell’industria mineraria, dopo una serie di incidenti mortali in dighe di scarti minerari (terrapieni utilizzati per lo stoccaggio di sottoprodotti delle operazioni estrattive). Nel gennaio 2019, in Brasile il crollo di una diga di scarti minerari ha provocato 248 vittime.

“I recenti incidenti evidenziano le conseguenze ambientali, sociali e finanziarie del crollo di queste dighe,” afferma Van Lamoen. “L'esistenza di linee guida non basta a prevenire il ripetersi di questi malfunzionamenti, tanto è vero che in alcune società gli incidenti sono stati ricorrenti.”

Robeco è membro attivo dell’Investor Mining and Tailings Safety Initiative, un programma mondiale di engagement guidato dalla Chiesa di Inghilterra e dal Consiglio etico svedese. L’esperta di engagement Sylvia van Waveren fa parte del comitato di direzione.

Sinora l’iniziativa ha permesso di contattare oltre 600 società, a cui è stato chiesto di pubblicare i dati sul rischio legato alle dighe di scarti minerari,” sostiene Van Lamoen. “Ma il nostro engagement non si limiterà a questa iniziativa condivisa. Terremo monitorate anche le pratiche di gestione idrica, estremamente rilevanti per le aziende minerarie, che vorremmo vedere allineate con le best practice del settore.”

Governance dei mercati emergenti

Il terzo tema di engagement riguarda i mercati emergenti. “Il punto di partenza è che gli standard di governance dei mercati emergenti spesso sono diversi da quelli dei mercati sviluppati,” continua Van Lamoen.

“Si tratta di differenze che solitamente non favoriscono gli investitori istituzionali di minoranza e migliorando la corporate governance di queste aziende possiamo migliorare fortemente anche la posizione degli investitori istituzionali.”

“Su questo fronte ci impegneremo soprattutto sui mercati come Brasile, Corea del Sud e Cina, dedicandoci ad eventuali attività di engagement politico in collaborazione con investitori locali.”

Simili iniziative sono promosse, tra l’altro, dall’Asian Corporate Governance Association (ACGA) e dall’Associação de Investidores no Mercado de Capitais (AMEC) in Brasile. Robeco contribuisce attivamente a queste collaborazioni tra investitori: a Hong-Kong l’esperto di engagement Ronnie Lim è membro del consiglio di ACGA, mentre Daniela da Costa-Bulthuis (gestore di portafoglio con sede a Rotterdam) è nel consiglio di amministrazione di AMEC.

Decarbonizzazione di società e portafogli

Il quarto tema si concentra sulla crescente necessità di decarbonizzare le aziende – e quindi i portafogli – per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi (limitare l'incremento del riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali entro il 2100). Per riuscirci, il mondo deve dimezzare la propria impronta di carbonio entro il 2030 e raggiungere la neutralità entro il 2050.

“È la continuazione del tema dedicato ai cambiamenti climatici lanciato nel 2018,” spiega Van Lamoen. “I cambiamenti climatici sono una chiara e grave minaccia per gli investimenti e l'economia mondiale. Per proteggersi da una simile minaccia, gli investitori dovrebbero allineare il proprio portafoglio ai target dell’Accordo di Parigi.”

“Il principale obiettivo dell’engagement su questo tema sarà la decarbonizzazione delle aziende più inquinanti non solo in termini assoluti, ma anche in termini di presenza nei portafogli, in base al calcolo dell’Intensità media ponderata di carbonio.”

Retribuzioni adeguate

Infine, il team si impegnerà a garantire che le retribuzioni dirigenziali riflettano le performance societarie (sia dal punto di vista finanziario che dei fattori ESG), che tengano conto degli interessi degli stakeholder, e che siano conformi alle attuali pratiche retributive e mettano la semplicità al centro.

“Monitorare le retribuzioni non è certo una novità (alle assemblee degli azionisti votiamo già in materia di politica e rendicontazione retributiva), ma ora grazie all’engagement riusciremo a concentrare ulteriormente i nostri sforzi,” dice Van Lamoen.

“L’engagement vive un momento positivo sia negli USA che nella UE, dove la nuova Direttiva sui diritti degli azionisti (SHRD ll) obbliga le aziende a far approvare preventivamente dagli azionisti le proprie politiche retributive, nonché a migliorare le pratiche in materia. Le retribuzioni degli alti dirigenti dovrebbero riflettere la creazione di valore di lungo termine da parte della società.”