Le aziende hanno ancora molta strada da percorrere per assicurare l’uguaglianza di uomini e donne sul posto di lavoro, rivela uno studio di RobecoSAM.
La ricerca dimostra che si sono registrati progressi lenti ma tangibili verso una maggiore parità di genere, ma rimane ancora molto da fare in materia di retribuzioni, opportunità e accudimento dei figli.
Sulla questione particolarmente travagliata delle retribuzioni, al ritmo attuale ci vorranno 22 anni per colmare il divario retributivo, affermano Jacob Messina, Head of Reserch di RobecoSAM, e Markéta Pokornà, SI Research Associate.
“La diversità di genere migliora la corporata governance, l’attrazione di talenti e lo sviluppo del capitale umano, tutti fattori importanti per la competitività a lungo termine”, afferma Messina nella ricerca intitolata “Slowly but surely: gradual progress towards gender equality” (A piccoli passi: progressi graduali verso la parità di genere) pubblicato nel RobecoSAM Yearbook 2019.
“Le politiche aziendali che promuovono la diversità di genere sono il riflesso di un’impresa ben gestita che valorizza la diversità di genere stimolando la creatività, incentivando l’innovazione, minimizzando il rischio e incrementando la produttività insieme al benessere dei dipendenti.”
“Il sistema di valutazione sulle questioni di genere sviluppato da RobecoSAM avvalora questa visione e suggerisce che le aziende con una forza lavoro più diversificata e paritaria hanno in effetti maggiori probabilità di sovraperformare”, aggiunge Pokornà.
“Inoltre, favorendo pari opportunità sul luogo di lavoro, le imprese possono contribuire anche a promuovere la parità di genere anche nella società. Allo stesso modo, gli investitori che tengono conto di questi fattori possono contribuire a promuovere il cambiamento sociale, oltre ad aumentare i loro rendimenti.”
La valutazione della parità di genere è un aspetto fondamentale della dimensione sociale del SAM Corporate Sustainability Assessment (CSA) che valuta la performance complessiva di un’azienda in termini di sostenibilità. I risultati dell’ultimo CSA mostrano che nel settore pubblico la consapevolezza e le iniziative in materia di parità di genere hanno registrato un’accelerazione, ma il settore privato non ha tenuto il passo con questo rapido cambiamento.
Lo studio RobecoSAM ha messo in luce una grande quantità di statistiche, sia positive che negative, con ampie variazioni regionali sui progressi nella parità di genere. Ad esempio, l’Europa è la regione più virtuosa, in quanto il 29% dei membri dei CdA è donna, mentre questa percentuale scende fino al 7% nei paesi asiatici dove prevale una cultura più patriarcale.
La percentuale di donne nella forza lavoro a livello globale è calata leggermente dal 35,3% al 35,0% tra il 2016 e il 2017, invertendo la tendenza positiva registrata negli ultimi anni. Curiosamente, nello stesso periodo la percentuale di donne in posizioni dirigenziali è aumentata dal 26,0% al 26,3%.
A livello settoriale, le donne rappresentano oltre la metà della forza lavoro complessiva nel settore dei servizi finanziari, ma meno di un quarto dei senior manager. I settori dell’energia, delle utility e dei materiali hanno tutti una minore percentuale di donne nella forza lavoro (rispettivamente il 25%, 23% e 18%), senza miglioramenti di rilievo dal 2013.
“La diversità di genere può essere raggiunta solo promuovendo la parità di genere, non attraverso le quote rosa o misure imprecise dei risultati, ma affrontando gli stereotipi sociali e culturali che hanno limitato la capacità delle donne di massimizzare le opportunità professionali”, affermano Messina e Pokornà. “Anche se lentamente, l’ago si sta muovendo nella giusta direzione.”
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