25-09-2020 · Visione

Cinque anni di SDG, cinque lezioni imparate

Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) dell’ONU sono nati esattamente cinque anni fa. Cosa ci hanno insegnato? Tantissimo, anche se rimane ancora molto da fare, dice Jan Anton van Zanten, Robeco SDG Strategist.

Una cosa è certa, gli SDG hanno fissato il concetto di sviluppo sostenibile, trasformandolo da termine vago, che dava adito a diverse interpretazioni, a piano d’azione per un mondo migliore, con 17 obiettivi specifici, 169 traguardi sottostanti e 232 indicatori misurabili e approvati.

Propongono inoltre un programma globale applicabile a tutti i paesi, ricchi o poveri che siano. I loro predecessori, gli Obiettivi di sviluppo del millennio, riguardavano principalmente i mercati emergenti e affrontavano temi di sostenibilità molto più limitati. Gli SDG, invece, chiedono l’impegno di tutti, dai governi alle imprese private, dagli istituti di beneficenza agli scienziati, passando per i singoli cittadini.

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“La combinazione di queste caratteristiche ha trasformato gli SDG nella stella polare della sostenibilità,” afferma Van Zanten, esperto di strategie SDG in Robeco. “Gli SDG puntano a migliorare la vita di tutti, indipendentemente dal fatto che si viva nello Swaziland o in Svizzera. E non possono essere messi in discussione. Perché se assecondiamo le loro ambizioni, creiamo più benessere e forse anche maggiore ricchezza, offrendo rendimento agli investitori.”

“L’attenzione di cui godono gli SDG è incredibile tanto che oggi, a cinque anni dalla loro nascita, stiamo entrando nella fase di implementazione del programma 2030. Dobbiamo assicurarci di tradurre questo momento in un impatto concreto.”

Ma allora, cosa hanno imparato gli investitori nei cinque anni seguiti all’adozione degli SDG il 25 settembre 2015, data che i Paesi Bassi hanno ribattezzato “SDG Action Day”? Van Zanten, che sta scrivendo la tesi di dottorato sul contributo delle aziende agli Obiettivi SDG, cita cinque importanti lezioni.

Lezione 1: gli Obiettivi SDG favoriscono i business

“I 17 Obiettivi SDG offrono un’enorme opportunità di business a chi vuole investire in un futuro sostenibile per l’uomo e il pianeta. Si spazia dagli investimenti in infrastrutture, edilizia abitativa, industria alimentare e medicina all’energia rinnovabile, passando per la fornitura di servizi finanziari e assicurativi e di strumenti per ridurre gli sprechi. Secondo le stime, gli SDG potrebbero generare opportunità di mercato fino a 12.000 miliardi di dollari. Inoltre, forniscono gli strumenti per identificare e mitigare eventuali rischi. La mancata comprensione del trend della transizione verso un’leconomia a minor emissione di carbonio, per esempio, rischia di rendere superflue determinate attività, a seguito del cambiamento della domanda dei consumatori o delle normative.”

Lezione 2: abbiamo fatto dei progressi, ma non basta

“Alcuni progressi sono stati favoriti dagli SDG. Dal 2015, il numero di donne elette in parlamento è salito dal 19% al 24% (Obiettivo 5: parità di genere), il 17,5% del totale dei consumi energetici finali proviene da fonti rinnovabili (Obiettivo 7: energia pulita e accessibile) e la percentuale di oceani protetta per legge è più che raddoppiata fino al 17% (Obiettivo 14: vita sott’acqua). Purtroppo, però, alcune questioni restano allarmanti: la biodiversità sta scomparendo a una velocità inaudita, il pianeta è sempre più caldo, le disuguaglianze si diffondono e la fame è in aumento. Nel frattempo, la pandemia da Covid-19 sta mettendo a durissima prova la sanità, con conseguenze economiche disastrose. Il deficit da sanare è enorme e, per soddisfare gli obiettivi entro il 2030, servono investimenti per una cifra compresa tra i 2.500 e i 3.000 miliardi di USD.”

Lezione 3: i 17 Obiettivi SDG non sono omogenei, ma interconnessi

“I 17 Obiettivi SDG non sono compartimenti stagni, bensì interconnessi: se si sradica la povertà (Obiettivo 1), si forniscono ai cittadini gli strumenti per eliminare la fame (Obiettivo 2), migliorandone la salute (Obiettivo 3). Alcune sovrapposizioni, però, sono negative; la costruzione di nuove infrastrutture (Obiettivo 9) di solito implica l’aumento delle emissioni di gas serra, complicando il problema dei cambiamenti climatici (Obiettivo 13). Essendo responsabile del 70% dei prelievi idrici, l’agricoltura contribuisce all’Obiettivo 2 (fame zero), ma mette in discussione l’Obiettivo 6 (acqua pulita e servizi sanitari), mentre l’uso di fertilizzanti e pesticidi minaccia la vita sulla terra (Obiettivo 15). L’unico modo per centrare gli SDG è imparare a gestire queste interazioni: quelle negative, o compromessi, vanno evitate o ridotte, mentre quelle positive creano opportunità di avanzamento parallelo su diversi fronti, generando quindi maggiore impatto su scala più ampia.”

Lezione 4: agli SDG servono investitori

“Noi di Robeco crediamo che gli investitori possano fare la differenza, per esempio puntando su aziende in grado di contribuire alla realizzazione dei traguardi prefissati. In pratica, vanno acquistate azioni o obbligazioni di società che favoriscono il rispetto degli SDG, evitando di finanziare le imprese che, invece, non vi si allineano. Per innovare, aiuta anche creare strumenti di investimento che dirigano il capitale verso soluzioni efficaci, come le nostre strategie Smart Energy, Healthy Living, Sustainable Water, Green Bonds ed SDG. Gli investitori possono fare la differenza anche attraverso l’azionariato attivo. Grazie al nostro ruolo di azionisti attivi, possiamo sfruttare il voto e l’engagement per promuovere il cambiamento. L’impegno di Robeco, per esempio, ha influito sulla nomina di un esperto del settore dell’energia eolica a membro del consiglio di amministrazione di Enel. L’obiettivo di un amministratore esperto di clima è quello di favorire il passaggio di Enel dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, fino al raggiungimento della neutralità entro il 2050.”

Lezione 5: è ora di passare dall’input all’impatto

“Quando si investe, si pensa soprattutto a far confluire il denaro in una determinata società; oggi invece serve una mentalità più aperta, per quantificare ciò che quel denaro può fruttare in termini di SDG. Se è vero che siamo già in grado (e ci preoccupiamo) di quantificare il valore dei nostri investimenti in termini di impatto positivo o negativo sugli Obiettivi SDG, ora puntiamo a verificarne gli effetti anche sulla vita delle persone e sulla sostenibilità ambientale. Ad esempio, stimiamo che per ogni milione di EUR investito nella strategia Sustainable Water di RobecoSAM, vengano distribuiti 47 milioni di litri di acqua pulita, ovvero il fabbisogno idrico di 430 famiglie europee. Approfondimenti di questo tipo aiutano a identificare le società che contribuiscono maggiormente agli SDG e che riducono al massimo i costi.”

Rimboccarsi le maniche

“Quindi, nonostante i pogressi, c’è ancora molto da fare,” dice Van Zanten. “Sul futuro, la scienza non lascia dubbi: la sostenibilità è l’unica strada da seguire. Il Covid-19 è la prova lampante di ciò che può accadere se non diamo ascolto agli avvertimenti degli scienziati, dobbiamo imparare a gestire questi rischi. Al tempo stesso, siamo continuamente in cerca di nuove opportunità di investimento.”

“Gli SDG sono un piano d’azione globale che risponde proprio a questa duplice esigenza. Offrono opportunità di business di lungo termine in un mondo che, se accettassimo questa sfida, avrebbe un minor rischio aziendale.”

“Intensifichiamo quindi i nostri sforzi per il raggiungimento degli Obiettivi SDG e facciamolo in fretta. Sfruttiamo il notevole peso finanziario del nostro settore, scegliendo di investire in società che aiutano sia a soddisfare i bisogni del pianeta, sia a produrre alpha.”

“Ora che gli SDG compiono cinque anni, è stata lanciata l’iniziativa ‘Decade of Action’, volta a garantire il raggiungimento degli obiettivi nei prossimi 10 anni. Per farcela, dobbiamo rimboccarci le maniche e fare tesoro delle lezioni imparate finora!”