07-03-2023 · Previsioni mensili

Un taglio di capelli per Riccioli d'oro

Secondo lo strategist Peter van der Welle, gli investitori in cerca di un atterraggio “né troppo duro, né troppo morbido” per l'economia globale potrebbero rimanere delusi.

    Relatori

  • Peter van der Welle

    Strategist Sustainable Multi Asset Solutions

Peter van der Welle prevede un finale potenzialmente più spaventoso per la favola del mercato in cui il porridge (l’economia) non è né troppo caldo né troppo freddo, ma alla giusta temperatura. Sebbene l'inflazione sia in discesa e i dati economici stiano migliorando, gli storici segnali di recessione potrebbero rivelarsi troppo forti e potrebbe essere difficile evitarla, ha affermato.

Riccioli d'oro (Goldilocks) rischia un taglio di capelli, il che ha indotto il team multi-asset di Robeco ad assumere una posizione più cauta nei propri portafogli. Si resta neutrali sull’azionario globale e si preferiscono le obbligazioni high yield con valutazioni più interessanti come copertura contro l'estensione del sentiment positivo.

"Poiché i titoli azionari globali sono in rialzo di quasi il 5% in euro, negli ultimi mesi i mercati si sono scrollati di dosso la narrativa di un’imminente recessione, per orientarsi verso uno scenario di soft landing (o addirittura di assenza di un atterraggio) per l'economia globale", ha detto Van der Welle, strategist di Robeco Sustainable Multi-Asset Solutions.

"Non solo investitori, ultimamente il team soft landing vede anche funzionari governativi esperti come il Segretario del Tesoro statunitense, Janet Yellen. Un'indagine di Bloomberg ha mostrato che le ricerche per “soft landing” sono alle stelle."

"Questa svolta verso lo scenario “Goldilocks” è comprensibile; i dati sembrano provarlo. Le cifre sull'economia statunitense, come i payroll non agricoli e le vendite al dettaglio, hanno sorpreso al rialzo e si sono contrapposti ai precedenti dati sulla fiducia più negativi."

Le ragioni dietro l’ottimismo

I consumatori occidentali resilienti, un clima favorevole e la riapertura dell'economia cinese dopo la fine della politica “zero Covid” hanno inoltre rafforzato il sentiment. "Il ritmo della disinflazione occidentale è stato più forte del previsto e, di conseguenza, i mercati hanno goduto di un'ondata di crescita economica più elevata del previsto e di inflazione più bassa", ha spiegato Van der Welle.

"Tuttavia, potremmo aver toccato il picco dello scenario “Riccioli d’oro”, in quanto i mercati potrebbero aver scelto di guardare allo scenario più favorevole, e nessun orso è ancora sulla via di casa. Tuttavia, il mercato potrebbe aver trascurato ciò che storicamente è accaduto più spesso in circostanze economiche simili."

"Lo psicologo americano Daniel Kahneman ha evidenziato in modo particolare il rischio di trascurare il tasso di base nel processo decisionale. A nostro avviso, ci sarà un taglio ai Riccioli d’oro al momento scontanti sul mercato."

Tre motivi per un taglio

Secondo Van der Welle, sono tre i motivi per cui si prospetta un taglio per la nostra eroina dai capelli dorati: i tradizionali indicatori di recessione, lo squilibrio tra inflazione e disoccupazione e la disinflazione che si verifica in concomitanza con sorprese macroeconomiche positive.

"In primo luogo, gli indicatori di recessione più affidabili contraddicono fortemente uno scenario “Goldilocks” su un orizzonte di 12 mesi", ha affermato Van der Welle. "Il campanello di allarme della curva dei rendimenti si è intensificato nell'anno in corso, poiché l'inversione della curva 2/10 anni si è inasprita sulla scia del recente riprezzamento dei rialzi della Fed verso un tasso terminale del 5,4%."

"Negli ultimi quattro decenni, l'inversione della curva dei rendimenti USA è stata raramente un falso allarme, con un’eccezione nel 1998. Il mercato obbligazionario ci dice che una Fed determinata a riportare l'inflazione verso l'obiettivo, aumentando i tassi ben oltre il territorio positivo, finirà per pesare sulla domanda aggregata."

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L'inversione della curva dei rendimenti è un indicatore tradizionale di una recessione imminente. Fonte: Refinitiv Datastream, Robeco.

"Il tempismo è fondamentale in questo caso, poiché la latenza tra il segnale e le effettive ricadute economiche è molto variabile e può potenzialmente spiazzare sia un mercato rialzista che uno ribassista. Ad esempio, quando la curva dei rendimenti si è invertita nell'agosto 2005, ci sono voluti altri 29 mesi prima dell'inizio di una recessione (come definita dal NBER) nel 2008, anche se il ritardo medio è di 16 mesi."

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Inflazione e disoccupazione

In secondo luogo, c'è la discrepanza tra l'aumento dell'inflazione e il calo della disoccupazione. "Se da un lato c'è da rallegrarsi per la resilienza dei consumatori a fronte di mercati del lavoro ancora ristretti, dall'altro i tassi ai minimi ciclici come osservati oggi (3,4% negli USA) sono un segnale contrarian per l'attività economica futura", ha affermato Van der Welle.

"Ogni volta che il tasso di disoccupazione statunitense scende sotto il 5% e l'inflazione supera il 4%, nei due anni successivi si verifica una recessione nel 100% dei casi. Un tasso di base così forte richiede azioni repentine per i rischi che incombono sulle prospettive di crescita a medio termine degli Stati Uniti."

"Questa opinione può essere ulteriormente avvalorata se si considera il forte calo del sentiment del mercato immobiliare, un indicatore importante della disoccupazione statunitense. Poiché la decisione di acquistare una casa è fortemente determinata dalla percezione di sicurezza professionale futura, il deterioramento del sentiment degli acquirenti segnala che potrebbe esserci una svolta significativa sul mercato del lavoro."

Equilibrio altamente instabile

Il terzo motivo è la recente disinflazione più forte del previsto in concomitanza con sorprese macroeconomiche positive. "Questo rappresenta un equilibrio altamente instabile", ha spiegato Van der Welle.

"Non è detto che il processo di disinflazione in sé sia a rischio, ma il ritmo potrebbe rallentare (gli indici di sorpresa sono aumentati già il mese scorso) e togliere un po' di lucentezza ai riccioli d’oro."

"Il momentum economico è migliorato nelle economie avanzate, e l’indice PMI globale è tornato al di sopra dei 50 (segno di espansione economica) per la prima volta in sei mesi. Mentre i prezzi delle materie prime sono diminuiti del 3,3% da inizio anno, la continua ripresa dell'attività manifatturiera soprattutto in Asia potrebbe rallentare il ritmo della disinflazione nominale."

L'inflazione è ancora in crescita

Nel frattempo, la tanto temuta inflazione PCE è aumentata negli ultimi mesi e i dati mostrano che quasi la metà di tale aumento è legata al lato offerta dell'economia.

"Sebbene i problemi delle catene di fornitura si siano notevolmente attenuati, sarebbe necessario un altro forte shock positivo dal lato offerta, attraverso investimenti, per eliminare gli elementi di inflazione vischiosa in diversi settori economici", ha affermato Van der Welle.

"Tutto sommato, l'inflazione potrebbe rivelarsi più sticky fino a quando non entrerà in scena una recessione, poiché questa fase del ciclo economico innesca tipicamente una forte disinflazione. Nel frattempo, le banche centrali potrebbero ritenere di dover fare di più per ridurre la domanda aggregata, il che implica un maggiore freno all'economia e ai mercati finanziari in futuro."

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