02-10-2018 · Visione

The Big Book of SI: sostenibilità e il ruolo della finanza

La sostenibilità è generalmente definita come la capacità di soddisfare i bisogni di oggi senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri. Il settore finanziario può svolgere un ruolo sempre più importante nel tentativo di raggiungere questo obiettivo.

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  • Masja Zandbergen-Albers - Head of Sustainability Integration

    Masja Zandbergen-Albers

    Head of Sustainability Integration

Il scritto “Tragedia dei beni comuni” è stato coniato da William Foster Lloyd, economista britannico vissuto nel XIX secolo, per descrivere un’ipotetica situazione di pascolo eccessivo sulle terre comuni nella Gran Bretagna medievale. È una metafora del degrado che conduce in definitiva all’esaurimento delle risorse condivise.

Il dilemma riguarda essenzialmente il legame tra interesse personale e libertà di accesso, che vede gli individui anteporre l’interesse personale al bene comune. La tragedia dei beni comuni è anche un classico esempio di mancato coordinamento (“coordination failure”), che potrebbe essere risolto suddividendo le risorse in singoli lotti o introducendo un contingentamento imposto dal governo.

Questo dilemma è al centro di molti problemi di sostenibilità ci troviamo ad affrontare oggi. Un esempio recente riguarda le emissioni di CO2 da parte dell’industria globale dei trasporti marittimi. Grazie al principio libera navigazione in mare aperto, le compagnie di trasporto marittimo erano sfuggite alle norme mirate a ridurre le emissioni di gas serra che, secondo la rivista Economist, erano più elevate di quelle prodotte da tutta la Germania.

Definizione di target o limiti

La situazione è cambiata nell’aprile 2018, quando l’International Maritime Organization ha fissato obiettivi vincolanti per adeguare il settore alle ambizioni dell’accordo di Parigi. Tra questi obiettivi figura la riduzione delle emissioni di gas serra di almeno il 50% entro il 2050 (rispetto ai livelli del 2008). La collaborazione internazionale si è rivelata fondamentale per risolvere questo problema di coordinamento.

Anche l’aviazione, un settore non direttamente incluso nell’accordo delle Nazioni Unite sul clima, ha un piano per ridurre le emissioni. In particolare, si è dato tre obiettivi: un miglioramento medio globale dell’efficienza dei consumi di carburante del 2% all’anno fino al 2050; una crescita a zero emissioni nette di carbonio a partire dal 2020; e una riduzione assoluta del 50% delle emissioni di carbonio entro il 2050 (rispetto ai livelli del 2005).

In alternativa alla regolamentazione, per risolvere il problema del coordinamento le autorità di governo potrebbero scegliere di attribuire un prezzo alle emissioni di CO2, ad esempio mediante un sistema di massimali e permessi di emissione o tramite un semplice prelievo. Nonostante i progressi compiuti su questo fronte, si stima che l’85% delle emissioni globali non sia attualmente coperto da tali misure.

Rapida crescita della popolazione

Strettamente collegato alla tragedia dei beni comuni è il fatto che la popolazione mondiale dovrebbe approssimarsi ai 10 miliardi di persone entro il 2050. Nonostante la continua innovazione ed il miglioramento della produttività, le generazioni future dovranno affrontare una crescente scarsità di risorse e difficoltà legate al cambiamento climatico: non solo conseguenze ambientali, ma anche effetti sociali come le migrazioni indotte dal clima.

Questi sviluppi indicano chiaramente la necessità di un’economia più circolare, basata su tassi molto più bassi di estrazione e utilizzo delle risorse naturali, in contrasto con l’attuale economia lineare, in gran parte tradizionale. Secondo l’OCSE, la quantità di materiali estratti dalle risorse naturali e consumati in tutto il mondo è raddoppiata dal 1980 ed è dieci volte superiore a quella del 1900. Questo trend è dovuto alla rapida industrializzazione delle economie emergenti e al persistere di elevati livelli di consumo nei paesi sviluppati.

Pertanto, la sfida per le imprese e le economie è trovare un modello di crescita che faccia leva sulle risorse naturali del pianeta nel lungo periodo, ma senza esaurirle. La circolarità può dare un contributo determinante nel contrastare gli effetti negativi dell’attuale crisi provocata dall’eccesso di consumo.

La finanza può giocare un ruolo chiave

Visto il ruolo che la finanza può giocare, un investimento mirato può aiutare a reindirizzare i capitali verso impieghi sostenibili. Un ruolo chiave dei mercati finanziari è infatti l’allocazione efficiente delle risorse alle imprese finanziariamente più sostenibili, non solo nel presente, ma anche e soprattutto in futuro.

La rilevanza finanziaria (“financial materiality”) è l’anello di collegamento cruciale all’intersezione tra sostenibilità e risultati aziendali. In particolare, gli investitori dovrebbero concentrarsi sull’individuare i principali fattori intangibili (fattori di sostenibilità) che attengono alla capacità delle imprese di generare valore nel lungo periodo. Ad esempio, la riduzione dei consumi di energia nei processi di produzione manifatturieri offre notevoli opportunità di risparmio sui costi e ha un impatto diretto sui profitti di un’azienda.

Scendendo nei dettagli, il concetto di rilevanza finanziaria si applica a qualsiasi fattore intangibile che può avere un impatto sui valori del core business di un’impresa. Si tratta dell’insieme di competenze cruciali che generano crescita, redditività, efficienza del capitale ed esposizione al rischio. Inoltre, nel concetto di rilevanza finanziaria sono compresi altri fattori economici, sociali e ambientali, quali la capacità di un’azienda di innovare, di attrarre e fidelizzare personale di talento o di anticipare i cambiamenti normativi.

Questi aspetti sono importanti per gli investitori perché possono incidere sensibilmente sulla posizione competitiva di un’impresa e sui suoi risultati finanziari di lungo periodo.