Circa la metà degli europei adulti ha ricevuto almeno una dose di vaccino anti Covid-19 tra i preparati disponibili, i tassi di contagio sono scesi drasticamente e le autorità stanno allentando gradualmente le misure di lockdown in tutto il continente.
“Dopo essere uscita da una seconda recessione, che si è conclusa nel primo trimestre di quest’anno, l’Europa sta recuperando il ritardo rispetto alla ripresa già registrata in Cina e negli Stati Uniti”, dice Van der Welle, strategist del team multi-asset di Robeco.
“I tassi di immunizzazione sono ancora lievemente inferiori a quelli di USA e Regno Unito, ma il divario si sta riducendo grazie all’accelerazione delle inoculazioni; in Germania il 50% circa della popolazione ha ricevuto almeno una dose, mentre in Francia e nei Paesi Bassi la percentuale si colloca intorno al 40%.”
“Il beneficio maggiore è stato l’aumento della mobilità all’interno delle economie sviluppate, grazie all’allentamento delle misure di lockdown, specialmente in Europa.”
Tassi di vaccinazione dell’UE vs. Regno Unito e Stati Uniti

Fonte: Refinitiv Datastream
“Questo, ovviamente, dà impulso all’economia dei servizi, trovando riflesso anche negli indicatori della fiducia dei produttori, sia nel terziario che nel settore manifatturiero. Alcuni di questi indicatori si sono portati sui massimi degli ultimi 15 anni, o addirittura degli ultimi 17 nel caso del sentiment nel comparto dei servizi. Tutto ciò è realmente promettente per i dati sulla crescita del PIL che possiamo aspettarci nel secondo semestre.”
Tre elementi fondamentali
Secondo Van der Welle, l’ottimismo sulla crescita europea è sostenuto da tre elementi fondamentali. “Il primo, e più forte, fattore che gioca a favore dell’Europa è il livello estremamente elevato dei risparmi; le persone saranno fortemente motivate a spendere il denaro accumulato quando il successo dei programmi vaccinali consentirà ulteriori riaperture economiche nel secondo semestre”, osserva lo strategist.
“Nel primo trimestre il tasso di risparmio delle famiglie tedesche – la percentuale di reddito da queste risparmiato – si attestava al 20%, un livello storicamente molto alto. È logico supporre che la gente sia davvero impaziente di incrementare la spesa per servizi, come i viaggi, appena possibile nel secondo semestre, e che l’erosione dei risparmi sia destinata ad accelerare nel medio termine.”
I tassi di risparmio delle famiglie tedesche sono aumentati durante la pandemia

Fonte: Refinitiv Datastream, Robeco
“Il secondo elemento è il carattere persistente dello stimolo fiscale dell’Eurozona, grazie al via libera dato agli esborsi dei 750 miliardi di euro del Recovery Fund europeo, che saranno suddivisi tra sussidi e prestiti, spalmati fino a circa il 2026.”
“In definitiva, il passaggio dal supporto di emergenza a misure più mirate darà una spinta al PIL dei paesi periferici. Mantenendo i tassi d’interesse reali a livelli storicamente bassi per un periodo prolungato, la BCE rimarrà un finanziatore credibile della politica di bilancio, favorendo così una piena ripresa.”
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Nessun precipizio fiscale
Come ci ricorda Van der Welle, i membri del consiglio della BCE hanno recentemente sottolineato che l’Eurozona dovrebbe evitare un precipizio fiscale (“fiscal cliff”), ragion per cui sia lo stimolo monetario che quello fiscale dovrebbero per il momento rimanere in vigore. In termini di livello del PIL la ripresa è ancora incompleta, poiché il prodotto aggregato dell’Eurozona rimane quattro punti percentuali al di sotto dei livelli del 2019.
“A fronte di un output gap relativamente ampio, è probabile che le pressioni inflazionistiche di fondo restino contenute rispetto agli Stati Uniti”, rileva lo strategist. “Questo giustifica una politica monetaria accomodante e gli acquisti di emergenza della BCE sui mercati finanziari.”
“Facendo eco a questo sentiment, la Commissione europea ha rinviato l’applicazione dei parametri del debito di Maastricht fino all’inizio del 2023. Pertanto, ai paesi membri viene concesso un margine di manovra fiscale maggiore in tal senso.”
L’opposizione politica all’austerità
In tutto questo c’è anche una dimensione politica, poiché l’Europa sta diventando più populista e progressista, anche in risposta alla crescente disuguaglianza dei redditi dopo la pandemia, e pertanto sarebbe più contraria a future misure di austerità, dice Van der Welle.
“Un ‘falco’ della politica di bilancio avrebbe difficoltà a promuovere con successo l’austerità fiscale rispetto al periodo successivo alla crisi dell’Eurozona del 2011, per via del crescente orientamento populista, e di sinistra, evidenziato dal Continente”, osserva.
“Al momento, i sondaggi premiano i Verdi in vista delle elezioni in Germania, in programma nel settembre di quest’anno. E se consideriamo gli attuali negoziati per la formazione di una coalizione nei Paesi Bassi, si percepisce anche lì un lieve orientamento progressista.”
Crescita del commercio globale
Il terzo elemento è il ritrovato vigore del commercio globale, che a giudizio di Van der Welle favorirà l’economia europea. “L’Eurozona è per lo più un’economia aperta con una spiccata sensibilità ai flussi commerciali globali, specialmente dalla Cina”, afferma lo strategist.
“Anche se il credit impulse in Cina suggerisce che la domanda cinese di importazioni potrebbe rallentare verso la fine dell’anno, gli attuali indici della fiducia dei produttori nel colosso asiatico segnalano un’espansione continua.”
“Inoltre, ricadute positive potrebbero giungere anche dall’imponente stimolo fiscale e monetario in atto negli Stati Uniti, nella misura in cui il consumatore statunitense sposta la spesa verso beni e servizi europei.”
“Tutto sommato, quindi, il driver principale sarà una crescita trainata dalla solidità dei consumi e delle esportazioni, specialmente nel settore dei servizi, nel contesto di un orientamento accomodante della BCE e della Commissione europea per quanto concerne le regole fiscali. Questo avvalora il nostro scenario di riferimento, che prevede un quadro di continua espansione economica con pressioni inflazionistiche in aumento.”