08-08-2018 · Visione

Realtà o finzione - gli investimenti sostenibili non funzionano nei mercati emergenti

Gli investimenti sostenibili sono ormai consolidati nel mondo occidentale, ma qualcuno dubita che possano funzionare nei mercati emergenti, che sono alle prese con problematiche più gravi. In realtà l’esperienza dimostra che i mercati emergenti sono una grande opportunità di investimento ma allo stesso tempo presentano specifici rischi e problematiche ambientali, sociali e di governance (ESG).

Ad esempio, l’urbanizzazione selvaggia e la deforestazione costituiscono minacce ambientali, il lavoro minorile o addirittura la schiavitù e le retribuzioni basse sono problemi sociali, alti livelli di azionariato statale o privato pongono problemi di governance. Quei paesi emergenti che non riescono nemmeno a nutrire adeguatamente le loro popolazioni tanto meno saranno in grado di dotarsi di energia solare o di auto elettriche.

Il fatto che la sostenibilità sia ben poco perseguita in Asia è dimostrato, ad esempio, dai numeri forniti dalla Global Sustainable Investments Alliance: su 22,9 mila miliardi di USD investiti dai suoi membri a fine 2016, appena 52 miliardi (lo 0,2%) erano investiti in Paesi asiatici, Giappone a parte.1

Ha senso, quindi, cercare di fare investimenti sostenibili in questi territori? In realtà sono proprio questi aspetti a rendere ancora più importante l’uso dei fattori ESG nel costruire portafogli sui mercati emergenti, soprattutto per sapere dove cercare le esperienze positive.

Poi c’è un altro effetto ancora più rilevante: stando alle ricerche, se l’uso dei fattori ESG nei mercati industrializzati influisce positivamente sulla performance finanziaria delle aziende nel 38% dei casi, nei mercati emergenti tale effetto positivo si ha nel 65% dei casi. L’influenza maggiore risulta essere quella del fattore governance.2

Figura 1: Rapporto tra ESG e performance finanziaria delle imprese

Figura 1: Rapporto tra ESG e performance finanziaria delle imprese

Fonte: Friede et al (2015)

Un modo per creare più fondi sostenibili nei mercati emergenti è quello di seguire un approccio quantitativo con il factor investing, come spiegava nel 2017 un white paper del quant team di Robeco, ‘Going for green alpha in emerging markets’. In pratica, si costruisce un portafoglio che sia del 20% più sostenibile rispetto al benchmark, con un’impronta del 20% inferiore per quanto riguarda consumo idrico, emissioni di CO2, sprechi e consumo energetico. Inoltre questo metodo prevede una lunga lista di aziende da escludere in base a valori etici, ad esempio quelle operanti nei settori del carbone, del tabacco, del gioco d’azzardo e delle armi.

Può essere importante anche coniugare diverse strategie sui mercati emergenti per le azioni, utilizzando sia un approccio fondamentale, analizzando i fattori ESG tradizionali, sia un approccio quantitativo alla ricerca di fattori come la bassa volatilità, dove alcuni mercati offrono gli stessi risultati ad un rischio inferiore. Questo tema viene affrontato in un altro white paper di Robeco, ‘Combining quant and fundamental to diversify your emerging market equity portfolio’.

Obiettivo: debito emergente

Ottenere dati sufficienti per poter prendere decisioni informate fa parte del percorso. Il team mercati emergenti di Robeco ha elaborato un corposo database in grado di calcolare rischi e opportunità nella costruzione di portafogli tramite una combinazione di fattori top-down per analizzare i Paesi e di criteri bottom-up per selezionare i titoli migliori.

Per le valutazioni top-down il team utilizza il Country Sustainability Ranking (CSR) di RobecoSAM, un rapporto semestrale che tiene conto di fattori particolarmente incisivi per il successo economico dei mercati emergenti, come la suscettibilità alla corruzione, il livello di dissenso interno, la libertà di stampa relativa e la vulnerabilità ai prezzi delle materie prime (ad esempio il petrolio). Il rapporto contiene un indice di tutti i Paesi e un indice personalizzato per i mercati emergenti. Le tre nazioni in fondo alla classifica CSR dei mercati emergenti a ottobre 2017 erano Nigeria, Pakistan e Venezuela, mentre le prime tre erano Singapore, Hong Kong e Repubblica Ceca.

Miglioramento della governance

Un ambito in cui la sostenibilità ha dimostrato di saper fare la differenza è il miglioramento della corporate governance in Asia. Da tempo Robeco si impegna per cercare di ovviare a problematiche come la scarsità di donne o di amministratori indipendenti nei CdA, o i trattamenti scorretti riservati agli azionisti di minoranza, nelle società in cui investe. Secondo il rapporto Robeco di ottobre 2017, i miglioramenti della governance sono stati talmente evidenti in Giappone e in Corea del Sud da lasciar prevedere crescite dei multipli di borsa.3

Nel frattempo, l’adozione volontaria in Asia di codici di sana gestione che promuovono l’azionariato attivo da parte degli investitori ha alzato i livelli di engagement, di uso del voto in assemblea e di esclusione delle aziende che non soddisfano i requisiti minimi, comportando un miglioramento generale degli standard.

L’ultima parola dovrebbe forse spettare agli autori di un’autorevole ricerca di Sustainalytics, un data provider specializzato in ESG, intitolata “Bridging the gaps: effectively addressing ESG risks in emerging markets”, secondo i quali “i mercati emergenti sono una grande opportunità di investimento e allo stesso tempo pongono specifici rischi e problematiche in fatto di ESG”.

“Anche se nella percezione degli investitori, in genere, il rischio ESG è più alto nei mercati emergenti che nei mercati sviluppati, le strategie di investimento responsabile vengono applicate di meno quando si investe nei mercati emergenti. Eppure è proprio nel contesto di questi mercati che la gestione del rischio ESG può risultare estremamente remunerativa per quegli investitori che vogliono ridurre i rischi di portafoglio o che cercano opportunità di investimento.”4

Creating returns that benefit the world we live in

Note in calce

1 Global Sustainable Investment Alliance, 2017 Review
2 Gunnar Friede, Timo Busch & Alexander Bassen, ‘ESG and financial performance: aggregated evidence from more than 2000 empirical studies’, Journal of Sustainable Finance and Investment, novembre 2015.
3 Intervista a Arnout van Rijn, Chief Investment Officer di Robeco Asia-Pacific Equities, ottobre 2017
4 Andrea van Dijk, Lotte Griek e Chloe Jansen, ‘Bridging the gaps: effectively addressing ESG risks in emerging markets’, Sustainalytics, 2012.