L’indagine ha rivelato che il 61% degli investitori considera l’engagement “alquanto efficace” nel promuovere il cambiamento e il progresso sulle politiche ESG presso le società partecipate e si aspetta un maggiore impatto di queste iniziative in futuro. L’11% circa ritiene l’engagement “molto efficace”, mentre il 25% ha espresso un giudizio neutrale.
Il 74% degli investitori ha affermato che l’azzeramento delle emissioni nette diventerà il principale tema di engagement nei prossimi due o tre anni, vista la spinta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.
L’azionariato attivo si conferma l’approccio preferito nei confronti di settori controversi come quello di petrolio e gas, dove il voto e l’engagement volti ad assicurare impegni di decarbonizzazione si sono dimostrati particolarmente efficaci. Il 28% degli investitori dichiara che agirà da azionista attivo di compagnie di petrolio e gas nei prossimi due anni.
Opinioni degli investitori sull’attività di engagement
Fonte: Robeco, CoreData
Le opinioni di 300 investitori
I risultati sono contenuti nella 2022 Robeco Global Climate Survey, che ha raccolto le opinioni di 300 investitori globali in merito ai loro approcci alla decarbonizzazione, al cambiamento climatico, alla biodiversità e all’engagement. Si tratta della seconda indagine di questa serie, dopo il successo del report del 2021.
La ricerca è stata effettuata tramite un ampio sondaggio globale online condotto da CoreData Research nel mese di gennaio 2022. Collettivamente gli investitori intervistati hanno masse in gestione per 23.700 miliardi di dollari, comprese in una forbice che va da meno di 1 miliardo di dollari per il più piccolo a oltre 1.000 miliardi di dollari per il più grande.
Agli intervistati è stato chiesto di indicare il proprio atteggiamento nei confronti dell’azionariato attivo e dell’engagement, che non sono praticati da tutti. Robeco gestisce un team di Active Ownership e di engagement dal 2005, e talvolta svolge attività di engagement e di voto per conto di altri.
Alcuni altri risultati chiave dell’indagine:
L’azionariato attivo e l’engagement sono attualmente un aspetto fondamentale delle politiche di investimento di quasi il 73% degli investitori, mentre l’80% ha dichiarato che la loro importanza aumenterà nei prossimi due anni.
Il 73% degli investitori europei e il 61% a livello globale affermano che le strategie di engagement sono uno strumento abbastanza efficace per promuovere il cambiamento e il progresso sulle politiche ESG presso le società partecipate.
Il 60% degli investitori ritiene di avere un livello ottimo o ragionevole di conoscenza e comprensione dell’engagement con le aziende quale strumento per favorire il cambiamento sulle emissioni di carbonio.
Il 66% degli investitori afferma di essere motivato a usare l’azionariato attivo/engagement per assicurare che gli standard di governance siano conformi alle buone pratiche.
Sebbene gli investitori desiderino in genere migliori dati sulle questioni ESG, quelli relativi alla corporate governance sono attualmente utilizzati solo da poco più della metà degli investitori. La carenza di dati è sistematicamente citata come uno dei maggiori ostacoli alla sostenibilità.
Comprovata capacità di produrre risultati
“Non stupisce che l’engagement abbia una priorità così elevata tra gli investitori, data la sua comprovata capacità di produrre risultati, in particolare nell’area del cambiamento climatico”, afferma Peter van der Werf, Senior Manager for Engagement di Robeco.
“Dialogare attivamente con i maggiori produttori di emissioni di CO2 per incoraggiarli a privilegiare operazioni aziendali a basso tenore di carbonio è un modo efficace per promuovere la decarbonizzazione nel perseguimento dell’obiettivo ‘net zero’. Noi di Robeco conduciamo programmi di engagement con questo obiettivo, spesso in collaborazione con gruppi come Climate Action 100+.”
“Questo approccio si è già dimostrato efficace nel persuadere l’industria petrolifera ad abbandonare i combustibili fossili e a sviluppare fonti di energia rinnovabile, e nel convincere le imprese siderurgiche e minerarie a darsi obiettivi operativi di riduzione del carbonio più rigorosi. Notiamo dall’indagine che il 28% degli investitori si dichiara intenzionato ad agire da azionista attivo di compagnie di petrolio e gas nei prossimi due anni, il che aiuta senz’altro a perseguire questo programma.”
“Pratichiamo anche un ‘engagement con mordente’ in cui ricordiamo alle imprese che rischiano di essere escluse se non realizzano progressi dimostrabili sui temi oggetto dell’engagement, come la decarbonizzazione o la riduzione generale delle emissioni. La minaccia di un disinvestimento da parte di un gran numero di investitori è molto efficace nell’indurre queste imprese a più miti consigli.”