Investimenti e cambiamento climatico

Urgenza

I cambiamenti climatici rimangono la sfida più grande che si trova ad affrontare l’umanità. L’innalzamento del livello dei mari costringerà milioni di persone a spostarsi, e le conseguenze economiche saranno catastrofiche se non si farà qualcosa. Non possiamo lasciare che il pianeta venga salvato dalle generazioni future: dobbiamo agire adesso.

L’84% degli investitori crede che il cambiamento climatico diventerà un tema chiave per i propri portafogli entro il 2023

Negli ultimi due anni, il cambiamento climatico è diventato sempre più importante per le politiche di investimento degli investitori e si prevede che ciò continuerà.

Ciò rappresenta un aumento enorme rispetto ad appena due anni fa, quando il cambiamento climatico era al centro, o rappresentava un fattore significativo, delle politiche di investimento di solo un terzo degli investitori.

Questo importante cambiamento dimostra come gli investitori siano pronti, adesso, ad accettare le ragioni alla base di un’azione globale coordinata, volta a fermare un aumento catastrofico del riscaldamento globale.

Il cambiamento climatico sta rapidamente diventando un fattore centrale, o significativo, per le politiche di investimento

Il cambiamento climatico sta rapidamente diventando un fattore centrale, o significativo, per le politiche di investimento

I dati potrebbero non assommare al 100% a causa dell’arrotondamento
Fonte: 2022 Robeco Global Climate Survey

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Il futuro dell’umanità, anzi, di tutta la vita sulla terra, dipende ora da noi

Il cambiamento climatico è un argomento sempre più sensibile, in particolare per chi lo vive in prima persona. Solo negli ultimi anni abbiamo assistito a incendi incontrollabili in Australia, gravi uragani negli Stati Uniti e inondazioni in tutto il mondo. Migliaia di persone sono morte, hanno visto distrutte le proprie case o sono state sfollate.

La questione è stata oggetto di alcune citazioni memorabili da parte di persone che, in alcuni casi, hanno dedicato la vita o il proprio operato a cercare di combattere il cambiamento climatico. Anche se sono i politici a detenere il potere di attuare misure in grado di contrastare il riscaldamento globale, altri personaggi possono essere altrettanto influenti.

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Prendiamo, ad esempio, Sir David Attenborough. Il naturalista e divulgatore, ora novantaquattrenne, ha dedicato una carriera lavorativa lunga 70 anni a illustrare ‘La vita sulla Terra’ (come suggerisce il suo influente lavoro) e le sue fragilità. Il suo commovente documentario, ‘Una vita sul nostro pianeta’, descrive come gli esseri umani abbiano causato distruzioni immani al pianeta. Egli ha lanciato un avvertimento memorabile all'umanità:
“Mai prima d'ora abbiamo avuto una tale consapevolezza di ciò che stiamo facendo al pianeta, e mai prima d'ora abbiamo avuto il potere di fare qualcosa in proposito… Il futuro dell'umanità, anzi, di tutta la vita sulla terra, dipende ora da noi”.

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Con nove dei dieci anni più caldi mai registrati, verificatisi nell’ultimo decennio, gli effetti del cambiamento climatico sono ora impossibili da ignorare. Come ha affermato l’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama:
“Siamo la prima generazione a subire gli effetti del cambiamento climatico e l'ultima generazione che può fare qualcosa al riguardo”.

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Si tratta al tempo stesso di una sfida e di un’opportunità, come ha affermato il nuovo presidente Joe Biden, quando ha riportato gli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi a gennaio 2021. Le sue politiche, se emanate dal Congresso, prevedono di investire 2,2 mila miliardi di dollari nella lotta contro il riscaldamento globale, in quanto secondo lui:
“Il cambiamento climatico rappresenta una minaccia esistenziale per l'umanità. Non controllato, finirà per “cuocere” letteralmente questo pianeta. Questa non è un’iperbole. È la realtà. E abbiamo un obbligo morale”.
“Verranno anche creati milioni di posti di lavoro. Non possiamo più far finta che il modo in cui effettueremo la transizione energetica non abbia alcun impatto. Ma penso che si tratti di un'opportunità gigantesca: un'opportunità incredibile per creare ottimi posti di lavoro”.

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Praticamente tutti concordano sul fatto che l'azione necessaria a impedire che i gas serra entrino nell'atmosfera è la from entering the atmosphere is decarbonizzazione. Ciò richiede una cooperazione a livello internazionale e la stipulazione di trattati per accettare universalmente – piuttosto che unilateralmente – la decarbonizzazione di settori che diamo per scontati, come quello dei combustibili fossili. L’appello accorato della cancelliera tedesca Angela Merkel riflette l’urgenza di andare oltre le semplici parole:

“Dobbiamo ora concordare un meccanismo di revisione vincolante, ai sensi del diritto internazionale, in modo che questo secolo possa essere definito in modo credibile un secolo di decarbonizzazione”.

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In Robeco, riteniamo di poter essere parte della soluzione investendo in aziende che fanno la differenza. E, come ha affermato chiaramente il nostro CEO, Karin van Baardwijk, questa è la nostra priorità assoluta:
“Dagli studi scientifici sul cambiamento climatico e le emissioni di carbonio emerge chiaramente la necessità di agire subito. “Non possiamo risolvere da soli grandi problemi come il cambiamento climatico e il rapido declino della biodiversità.”
“Quello che possiamo fare, però, è dare un chiaro esempio al settore nel suo complesso, lavorare insieme e incoraggiare altre istituzioni finanziarie, come gli asset manager, a seguire le nostre orme. Ci siamo dati questa ambizione nella convinzione che investire non significhi solo creare ricchezza, ma anche contribuire al benessere collettivo.”

L'investimento climatico è molto più del prossimo megatrend

Lucian Peppelenbos (Climate Strategist) e Carola van Lamoen (Head of Sustainable Investing) esaminano il cambiamento climatico e gli investimenti climatici da tutti i punti di vista. Ascolta il trailer o il podcast completo di 25 minuti.

Siamo sulla buona strada? Passare dal rosso all’arancione

I governi si sono accorti della necessità di affrontare il cambiamento climatico con urgenza. Ma non siamo ancora sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, a meno che non vengano intraprese azioni più urgenti – ed è qui che possono essere d’aiuto le iniziative degli investitori.

Il grafico completo

Questo grafico dell'IPCC riflette i 90 scenari in cui i percorsi delle emissioni di CO2 soddisfano l'obiettivo di limitare l'aumento del riscaldamento globale a meno di 1.5°C nei prossimi decenni. Ciascuno di essi incorpora assunzioni diverse sulle misure di mitigazione, i progressi tecnologici, le priorità politiche, le preferenze sociali e lo sviluppo economico. Gli scenari che ricadono nell'area ombreggiata in rosa rientrano entro il limite di 1,5°C entro il 2050, con poco o nessun overshooting; mentre gli scenari in grigio sono caratterizzati da un overshooting elevato e rientrano nel limite di 1,5°C prima del 2100.

Emissioni nette totali globali di CO₂

Emissioni nette totali globali di CO₂

Fonte: IPCC, October 2018, Special Report no. 15

I percorsi a 1,5°C hanno tutti in comune una riduzione delle emissioni di CO2 a zero, l'eliminazione graduale dell'uso di carbone senza CCS (c.d. “unabated”) entro il 2050 e il ricorso alle rinnovabili per la maggior parte dell'approvvigionamento energetico.

Nel grafico sono illustrati quattro percorsi modello archetipici: P1 è il più dirompente, con una rapida riduzione delle emissioni verso lo zero netto resa possibile da un rapido calo della domanda di prodotti ad alta intensità di carbonio.

P2 soddisfa l'obiettivo relativo alle emissioni in una maniera che massimizza il contributo agli obiettivi di sviluppo sostenibile; come P1, è ambizioso in termini di cambiamento dei modelli di consumo.

Il percorso P3 è una sorta di scenario mediano , con un cambiamento limitato nelle tendenze sociali ed economiche e un'elevata dipendenza dalle tecniche di riduzione delle emissioni, come la bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio. Il più rischioso dei quattro archetipi è il P4, ossa lo scenario con maggiore ritardo e overshooting, che richiede quindi azioni di compensazione molto aggressive per portare le emissioni entro il target.

L’IPCC avverte che siamo in ritardo nel contenere il riscaldamento globale, malgrado disponiamo degli strumenti e delle conoscenze necessarie

Siamo in ritardo nell’affrontare il riscaldamento globale, ma sappiamo cosa fare. Con la giusta leadership, il mondo è ancora in tempo per mitigare i peggiori effetti del cambiamento climatico. È questo il messaggio chiave del rapporto IPCC appena pubblicato dal Gruppo di esperti climatici dell’ONU.

L’IPCC avverte che siamo in ritardo nel contenere il riscaldamento globale, malgrado disponiamo degli strumenti e delle conoscenze necessarie

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