Robeco ha iniziato a proporre investimenti sostenibili molto prima che il cambiamento climatico diventasse una preoccupazione a livello globale. Oggi siamo ancora una volta in prima linea nell’offerta di soluzioni per il clima.
Durante i recenti lockdown, si è osservato un disallineamento tra domanda e offerta (ossia, una minore domanda di energia a fronte di un'elevata offerta di energie rinnovabili), che ha portato a un maggiore interesse per i sistemi di stoccaggio dell'energia.
La silvicoltura, riconosciuta nell’Accordo di Parigi come parte fondamentale della soluzione al cambiamento climatico, riveste un ruolo sempre più importante per gli investitori, che cercano rendimenti sostenibili a lungo termine e benefici ambientali e sociali intrinseci.
Le reti energetiche, le griglie di distribuzione e le fonti rinnovabili sono anch’esse considerate opportunità di investimento interessanti da parte di molti investitori, insieme all'efficienza energetica. L’eolico e il solare hanno i punteggi più alti.
"Abbassare le emissioni di CO2 dei nostri portafogli disinvestendo significa semplicemente che il carbonio finisce nel portafoglio di un altro investitore, e il mondo resta lo stesso. Ecco perché è importante impegnarci anche con queste aziende, in modo da rendere la decarbonizzazione davvero parte della loro strategia aziendale".
"La decarbonizzazione deve essere parte del modo in cui le aziende pensano alla creazione di valore a lungo termine. Questa è la vera essenza della decarbonizzazione: un nuovo modello di business basato sull'economia a basse emissioni di carbonio".
L'economia circolare inizia dove terminano i modelli lineari, reinserendo ciò che viene scartato nel ciclo di produzione. Invece di estrarre più risorse come input per la produzione, le soluzioni circolari si concentrano sul riciclo, la riparazione e il riutilizzo di materiali esistenti. Nell’economia circolare, il valore è salvato e riutilizzato, piuttosto che distrutto.
Le nostre strategie Circular Economy e Smart Materials investono in aziende, al crocevia tra sostenibilità e tecnologia, che stanno creando soluzioni innovative per aiutare a bilanciare l'uso delle risorse con la crescita economica.Gli effetti dannosi delle catene di approvvigionamento lineari, all'interno dell'economia globale, sono difficili da eludere. Le valanghe di rifiuti accumulati nelle discariche, disseminati lungo le coste e intrappolati nell’aria inquinata sono tracce del paradigma ”estrazione-produzione-consumo-scarto” che viene alimentato dalle imprese e dai consumatori. Ma l’output eccessivo è solo una parte del problema: l’estrazione senza fine di risorse naturali usate come elementi per la produzione rappresenta anch’essa una grave minaccia per l’ambiente.
I principi dell’economia circolare aiutano a sfruttare ogni parte della catena di fornitura, al fine di ridurre l’uso delle risorse e portare la produzione al suo massimo potenziale.
Fonte: Robeco
La riprogettazione degli elementi si concentra sulla riduzione dei rifiuti nelle prime fasi della catena di fornitura, sostituendo le risorse scarse con quelle rinnovabili e gli elementi inquinanti con alternative più pulite. L'uso di plastiche vergini nell'imballaggio dei prodotti è un esempio calzante. La materia plastica è economica da reperire e produrre, ma incredibilmente costosa per l'ambiente. Negli ultimi decenni ne sono state create miliardi di tonnellate metriche, la maggior parte delle quali (91%) è stata rapidamente utilizzata prima di essere scartata.
Ogni anno, milioni di tonnellate vengono bruciate negli impianti per rifiuti, o gettate nelle discariche o negli oceani, con conseguenze ambientali devastanti. L'incenerimento delle materie plastiche contribuisce in modo significativo alle emissioni di gas serra, mentre i rifiuti di plastica negli oceani interferiscono con la vita marina, danneggiano gli habitat acquatici e minacciano la biodiversità.
Ma sono disponibili soluzioni circolari. Gli elementi rinnovabili incorporano materiali biologici come fibre vegetali, oli di alghe e proteine complesse nell'imballaggio, riducendo così il ricorso a materie prime a base di plastica.
Alternative rinnovabili, e prodotti sostitutivi più efficienti dal punto di vista energetico, vengono utilizzati non solo per il packaging in plastica per il consumatore finale, ma anche per altri prodotti in settori industriali diversi. Ad esempio, nel settore manifatturiero, le fibre di carbonio leggere possono sostituire l'acciaio pesante nei veicoli e nei macchinari, al fine di ridurre il consumo di carburante. Inoltre, nel settore edile, vengono utilizzate le bioplastiche per migliorare la durata dei materiali da costruzione, mantenendo caratteristiche di eco-compatibilità. Nell'agricoltura, i fertilizzanti agro-biologici stanno sostituendo quelli chimici, per proteggere e nutrire le piante in maniera naturale anziché in modo artificiale.
Estendere la vita utile di un prodotto è un altro aspetto chiave dell’economia circolare. In questo caso, può essere di aiuto applicare il concetto di progettazione modulare. I prodotti dal design modulare possono essere facilmente smontati, in modo da poter sostituire o ricondizionare le parti usurate. Inoltre, servizi completi di riparazione e manutenzione, che mantengano i prodotti atti all’uso e funzionanti in modo ottimale, sono anch’essi importanti se si desidera ridurre gli sprechi.
Inevitabilmente, i prodotti si usurano, ed è proprio tale caratteristica che, nel modello lineare, li fa finire nel cumulo dei rifiuti. Tuttavia, le soluzioni basate sull'economia circolare utilizzano ingegnosità e tecnologie all’avanguardia per riportare prodotti ormai logori all’interno del ciclo di produzione. Le aziende che si occupano di riciclaggio, e di sistemi di gestione del termine del ciclo di vita, recuperano il valore ancora insito nei prodotti smaltiti, per riutilizzarlo come elemento nel ciclo di produzione di nuovi prodotti o servizi.
La trasformazione delle catene di fornitura tradizionali è un ostacolo impervio da superare, e non sarebbe possibile riuscirci senza un aiuto significativo da parte della tecnologia. Ma la portata, la velocità e la diffusione delle piattaforme digitali di e-commerce stanno evidenziando nuove possibilità di applicazione dei principi dell’economia circolare alle fasi successive della catena di fornitura. Il successo della “sharing economy”, che consente a consumatori e fornitori di collaborare e utilizzare collettivamente beni esistenti (ad esempio automobili, conducenti, camere e uffici), dimostra la potenza combinata della tecnologia e dei principi dell’economia circolare.
Ma la condivisione sta avvenendo anche a monte della catena del valore, contribuendo ad aumentare la collaborazione e a ridurre le inefficienze nelle fasi di progettazione, produzione, utilizzo e riciclo. La manifattura e la produzione sono attualmente dominate da processi meccanici e fisici inflessibili. La robotica, l’automazione e il software sono invece modulari e altamente adattabili, pertanto possono essere riprogrammati per rispondere ad esigenze aziendali in continuo cambiamento
Inoltre, la realtà aumentata (AR), l'Internet delle cose (IoT) e le tecnologie basate sul cloud collegano i sensori presenti negli stabilimenti con le interfacce di dispositivi remoti che forniscono informazioni preziose, e un legame ininterrotto, tra progettisti, produttori, fornitori e persino clienti. Il risultato è una progettazione più efficace dei prodotti, una migliore qualità, costi ridotti, una produzione accelerata e operazioni più facili di raccolta, riciclo e gestione dei rifiuti al termine del ciclo di vita.
Le nostre strategie Circular Economy e Smart Materials investono nelle tecnologie che rimuovono inefficienza e sprechi dalle catene di fornitura, preservando le risorse per le generazioni future. Gli investitori in queste strategie non solo hanno accesso a temi di crescita sostenibile a lungo termine, ma contribuiscono anche a gettare un’ancora di salvezza a un pianeta che ha un disperato bisogno di aiuto.
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Dal campo alla tavola, l'agricoltura intelligente utilizza la tecnologia per ottimizzare le risorse, migliorare le coltivazioni, ridurre gli sprechi, conservare la biodiversità e aumentare la sicurezza dei cibi lungo tutta la catena del valore alimentare. Le nostre strategie azionarie RobecoSAM Sustainable Water e Circular Economy investono in aziende impegnate ad applicare la tecnologia di ultima generazione per risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico, sviluppando tecniche agricole intelligenti per la gestione del suolo e delle colture.
Le Nazioni Unite stimano che, entro il 2050, la popolazione mondiale raggiungerà i 9,7 miliardi di individui. Ciò significa che ogni anno vi saranno 65 milioni in più di bocche da sfamare, con conseguente maggiore pressione sui settori alimentare e agricolo affinché producano di più per tenere il passo. Inoltre, la terra coltivabile sta diventando sempre più scarsa, con l’espansione esponenziale di popolazioni e città. Il numero di megacittà – definite come aventi più di 10 milioni di abitanti – è in aumento a livello mondiale, in particolare nei Paesi in via di sviluppo.
La terra non è l’unico bene prezioso disponibile in quantità limitata. Con l’aumento delle popolazioni, aumenta anche il consumo di acqua. La domanda globale di acqua già supera l’offerta, con due miliardi di persone che vivono attualmente in zone di forte stress idrico.
Inoltre, l’approvvigionamento di acqua è prevalente nel settore agricolo, in quanto l'acqua utilizzata per produrre cibo supera di gran lunga quella per il consumo personale. Basti ricordare che, per produrre una mela, sono necessari più di 70 litri di acqua.
In tutto il mondo, le abitudini alimentari stanno cambiando, dato che le persone abbandonano il consumo di alimenti come radici, tuberi e cereali a favore di proteine animali come carne e latte, che richiedono un utilizzo esponenzialmente più elevato di acqua e altre risorse. Sebbene alcuni di questi cambiamenti siano sani e desiderabili, essi sono comunque costosi, provocano un consumo intensivo di risorse e aumentano la pressione sull’approvvigionamento idrico. Ad esempio, produrre un chilogrammo di carne bovina richiede 15.000 litri di acqua.
Fonte: www.waterfootprint.org
Inoltre, per trasportare l'acqua ai campi e alle aziende agricole, sono necessarie reti efficienti di pompe, raccordi e sistemi di irrigazione. Grazie alla digitalizzazione, queste reti e sistemi vengono dotati di sensori che rilevano rapidamente perdite e rotture, monitorano i livelli di umidità della terra e regolano il dosaggio dell’acqua in base alle esigenze del suolo. Inoltre, progressi nel trattamento e nell'analisi delle acque stanno contribuendo a identificare ed estrarre sostanze chimiche, fertilizzanti e contaminanti dalle acque reflue o di scarto, in modo che esse possano essere reimmesse in modo sicuro nell'ambiente o riciclate all’interno del sistema.
Infine, l'importanza dell'acqua va oltre il semplice fatto di irrigare e nutrire le colture. Migliorare la ritenzione idrica del suolo aiuta a ripristinare la materia organica e a ridurre l’erosione. Ciò porta a colture più nutrienti e bestiame più sano.
Garantire un approvvigionamento idrico sicuro non è l’unico approccio possibile verso un’agricoltura sostenibile. Dalla terra alla tavola, la nostra strategia Circular Economy sta investendo in soluzioni che aumentano l'efficienza nei sistemi agricoli e alimentari. L’attenzione dell’agricoltura intelligente verso la riduzione degli sprechi, e la protezione dei terreni e della vegetazione, la rende un’area matura per l’applicazione dei principi della circolarità. La tecnologia GPS è già ampiamente utilizzata per guidare trattori e trebbiatrici, riducendo i costi e le emissioni di CO2 associate al funzionamento delle macchine agricole.
Inoltre, l'intelligenza artificiale (IA) e l'apprendimento automatico possono insegnare alle attrezzature agricole a rilevare le erbacce nei campi, e ad applicare automaticamente prodotti chimici per la protezione del raccolto con precisione e accuratezza mai viste prima.
Di conseguenza, il volume delle sostanze chimiche richieste può essere ridotto fino al 90%, proteggendo in modo significativo la biodiversità senza compromettere la resa delle colture.
La crescita demografica, la scarsità di risorse e i cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova il settore agricolo e l'ambiente. Le nostre strategie di investimento Sustainable Water e Circular Economy, per parte loro, stanno contribuendo ad affrontare queste sfide fornendo soluzioni che non solo sono efficaci ed efficienti per le colture e il bestiame, ma anche vantaggiose per tutta la vita sul pianeta terra.
Robeco offre una gamma di strategie d’investimento, sia azionarie che obbligazionarie, che fanno fronte alle sfide climatiche odierne.
Man mano che l'elettrificazione si diffonde, e la domanda di elettricità aumenta, l'energia generata dovrà essere consumata in modo efficiente. Le tecnologie di nuova generazione contribuiscono a ridurre il consumo energetico dei dispositivi degli utenti finali, e delle applicazioni ad alto consumo, negli edifici e nei settori industriali, dei trasporti e IT.
Le nostre strategie Smart Energy e Smart Mobility investono nelle catene del valore dei trasporti e dell’energia pulita, fornendo agli investitori un’esposizione diversificata ai megatrend della decarbonizzazione e della mobilità sostenibile.
Le popolazioni e le economie hanno bisogno di energia. Sfortunatamente, la fonte principale di energia è tuttora rappresentata dagli idrocarburi, e le emissioni globali di carbonio continuano ad aumentare. L'urgenza del cambiamento climatico ha sostenuto gli sforzi per rendere più "green" l'economia globale, innescando un'innovazione dirompente che sta alterando rapidamente il panorama energetico.
I governi di tutto il mondo hanno annunciato nuove e massicce iniziative volte a decarbonizzare intere economie. Tra questi, spiccano il forte impegno di Stati Uniti e Cina, che condividono finalmente l’ambizione di affrontare i problemi posti dal cambiamento climatico.
L'elettrificazione nel settore dei trasporti ha già raccolto molti consensi negli ultimi anni, e continuerà a essere un tema importante per gli investimenti in ambito energetico. Le vendite di veicoli elettrici (EV) sono cresciute notevolmente in mercati chiave come Europa e Cina, e dovrebbero rimanere robuste anche in futuro. Anche in questo caso, stime interne mostrano che le vendite globali di veicoli elettrici nel 2021 raddoppieranno rispetto al 2020, anno già straordinario, caratterizzato da una crescita del 130% a/a in Europa e da un significativo rimbalzo in Cina verso la fine dell'anno.
Gli investimenti delle strategie nel settore dei trasporti non sono limitati ai produttori di veicoli elettrici, ma coprono anche un’ampia gamma di aziende dell’indotto (entro l’ecosistema EV) che forniscono componenti essenziali come semiconduttori per alimentazione, sistemi di “battery storage”, sensori e attuatori, nonché infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici.
I trasporti non sono l'unico settore ad alte emissioni che viene oggi trasformato dall'elettrificazione; anche il settore degli immobili si trova in una fase di transizione. Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia, gli edifici e le costruzioni edili sono responsabili, complessivamente, di oltre un terzo del consumo energetico finale a livello globale, e di quasi il 40% delle emissioni dirette e indirette di carbonio.
Spinti da standard di emissione più severi, e dalla prospettiva di costi energetici più bassi, gli edifici commerciali stanno passando all'elettrificazione pulita per alimentare e regolare ogni cosa: dalle pompe di calore ai sistemi di raffreddamento, a quelli per la gestione e l’illuminazione ad alta efficienza degli edifici.
La tendenza verso l'elettrificazione sta guidando anche altre parti essenziali della formula energetica. L’energia solare ed eolica sono pulite, ma anche dipendenti dalle condizioni meteorologiche, oltre ad avere una natura intermittente. Occorre creare soluzioni economiche per immagazzinare temporaneamente l'energia in eccesso generata. Nell'ambito del trasporto passeggeri, le batterie agli ioni di litio all'interno dei veicoli elettrici forniscono soluzioni di stoccaggio dell’energia a costi contenuti, e ulteriori miglioramenti sono all'orizzonte.
Le industrie operanti su larga scala sono caratterizzate da una maggiore intensità energetica e, quindi, sono più difficili da elettrificare, ma anche qui stanno emergendo soluzioni pulite. L'idrogeno verde viene creato scomponendo l'acqua in combustibile idrogeno e ossigeno, grazie all'elettricità priva di carbonio proveniente da fonti rinnovabili. Con una maggior diffusione su scala, e costi più competitivi, esso fornirà un contributo fondamentale alla decarbonizzazione di settori ad alte emissioni di carbonio, come i trasporti a lunga percorrenza (ad es. camion, treni, navi e aeromobili) e la manifattura (ad es. semiconduttori, fertilizzanti e produzione di acciaio).
La decarbonizzazione dell'energia va ben oltre la produzione di pannelli solari e turbine eoliche. Raggiungere emissioni nette zero in questo secolo richiederà la trasformazione dell’intera catena del valore energetico.
Le nostre strategie Smart Energy e Smart Mobility offrono agli investitori un'esposizione diversificata a questi trend di investimento a lungo termine che stanno trasformando il settore energetico e ci stanno portando verso un futuro neutrale dal punto di vista del carbonio.
Che impatto avranno i recenti annunci di Robeco sulle strategie azionarie di tipo quantitativo nel breve termine?
“Abbiamo adesso in programma di allineare molte delle nostre strategie incentrate sulla “sostenibilità” con l’Accordo sul clima di Parigi nei prossimi mesi. Robeco propone un’ampia gamma di strategie quantitative, che integrano tutte in una certa misura fattori di sostenibilità. All'interno di questo sottoinsieme, disponiamo di una gamma ‘incentrata sulla sostenibilità’, destinata agli investitori che desiderano andare oltre una semplice sostenibilità di base”.
“Queste strategie azionarie di tipo quantitativo hanno un duplice obiettivo: la performance e un forte profilo di sostenibilità. Il loro scopo è sempre stato quello di fare da apripista per quanto riguarda l’integrazione della sostenibilità. Quindi, data la crescente enfasi posta all’interno del settore della gestione patrimoniale su sostenibilità e rischio climatico, riteniamo che sia un passo naturale essere allineati all’Accordo di Parigi.”
Quando dici ‘adesso’, vuoi dire ‘adesso’, realmente?
“Sì. In realtà, abbiamo già iniziato. La prima strategia azionaria quantitativa a diventare ‘allineata a Parigi’ sarà una delle nostre strategie Global Sustainable Conservative Equity, per cui abbiamo già completato il processo di consultazione con i clienti e ricevuto il via libera dai clienti esistenti. ”
“Il cambiamento più importante è un obiettivo di riduzione emissioni di CO2 molto più rigoroso. L’intera gamma di azionario quant sostenibile aveva già un obiettivo di riduzione del 20% rispetto all’indice di riferimento. Per quanto riguarda la strategia allineata all’Accordo di Parigi, come punto di partenza attuiamo una riduzione del 50%. Inoltre, prevediamo di ridurre le emissioni del 7% ogni anno”.
Sembra una transizione molto veloce. Com’è possibile?
“Non partiamo da zero. Le nostre strategie ‘incentrate sulla sostenibilità’ prevedono già una riduzione delle emissioni di CO2 prossima al livello del 50% che abbiamo fissato come punto di partenza. Ovviamente, la riduzione del 7% diventerà un ulteriore vincolo in futuro. Ma pensiamo di poter effettuare questa migrazione mantenendo l’avvicendamento dei clienti su livelli ragionevoli”.
Ma come pensate di poter ridurre, in pratica, delle emissioni di CO2 di queste strategie?
“Allora, per essere più chiari: mentre i nostri portafogli azionari quant sostenibili hanno già una bassa esposizione al settore energetico, le restrizioni diventeranno ancora più severe una volta che saranno allineati a Parigi. Le imprese che si occupano di carbone termico saranno naturalmente escluse, così come la maggior parte delle società operanti nel settore “oil & gas”, in particolare le major petrolifere. Anche le restrizioni per le utility elettriche saranno molto più severe”.
“Oltre a queste esclusioni più rigide, l'intensità di carbonio delle imprese sarà una componente chiave nella costruzione del portafoglio. I titoli azionari con emissioni relativamente basse avranno maggiori probabilità di entrare in portafoglio rispetto a quelli con un impatto ambientale elevato”.
Il processo di decarbonizzazione del portafoglio avrà gioco forza un impatto sul profilo di rischio/rendimento. Che cosa devono aspettarsi gli investitori?
“Abbiamo compiuto ricerche approfondite in materia. Le nostre simulazioni mostrano che possiamo creare portafogli allineati all’Accordo di Parigi che consentono comunque una forte esposizioni ai fattori. In teoria, limitare l'insieme di opportunità dovrebbe avere dei costi in termini di performance”.
“E questo è proprio ciò che abbiamo riscontrato, anche se in un universo globale, con ampie opportunità di investimento, l'impatto è limitato: le strategie azionarie quantitative, allineate all’Accordo di Parigi, sarebbero in grado di catturare dal 90% al 95% circa del potenziale di rischio/rendimento rispetto a una strategia azionaria quantitativa standard”.
“Ma queste simulazioni si basano sui prezzi passati e, quindi, presuppongono che non vi sia alcun alfa potenziale derivante dall'allineamento di una strategia all’Accordo di Parigi. Se i rischi legati al cambiamento climatico, quali quelli relativi agli ‘stranded asset’ (attività bloccate) o alla transizione energetica, aumenteranno e si materializzeranno, allora non discuteremo più dell’impatto negativo dell’allineamento all’Accordo di Parigi, ma piuttosto dei suoi effetti positivi. Quindi, è anche una questione di prospettive”.
Si è parlato molto della necessità di decarbonizzare gli investimenti, al fine di raggiungere gli obiettivi pensati per mitigare il cambiamento climatico. Ma quali sono le implicazioni di tutto ciò per gli investitori? Sarà sufficiente modificare i portafogli esistenti, per migliorarne i criteri di sostenibilità, oppure gli asset manager dovranno apportare cambiamenti più significativi?
Riteniamo che sia responsabilità del gestore identificare e gestire i rischi legati al cambiamento climatico, attraverso le decisioni d’investimento assunte e i contatti intrattenuti con le società partecipate e altre istituzioni. Apportare modifiche superficiali ai processi di investimento esistenti non è sufficiente.
È necessario invece un approccio più rigoroso, basato su una comprensione a 360 gradi degli investimenti sostenibili, integrata in tutti gli aspetti dell’approccio agli investimenti.
Robeco può far leva sul know-how maturato, e su processi proprietari, per effettuare investimenti in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Nello specifico, siamo stati i primi a proporre nuove soluzioni di investimento per il clima e la decarbonizzazione, lanciando le prime strategie globali a reddito fisso completamente allineate con l’Accordo di Parigi: le strategie Climate Global Bonds e Climate Global Credit.
La piattaforma Robeco Climate Global Fixed Income è unica nel suo genere e riflette il piano di decarbonizzazione definito dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Le strategie Climate Global Bonds e Climate Global Credits investono in strumenti globali a reddito fisso, impegnandosi affinché il riscaldamento globale si mantenga ben al di sotto di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali (puntando a un aumento di soli 1,5°C).
Queste due strategie garantiscono, da sole, una riduzione del 7%, anno su anno, dell’intensità di emissioni complessive del portafoglio. Ciò viene misurato a livello pro capite per i titoli governativi e per unità di capitale complessivo per i titoli corporate. La strategia Climate Global Credit va perfino oltre, partendo con un’intensità di emissioni inferiore del 50% rispetto all’universo di investimento iniziale, ed escludendo le imprese produttrici di combustibili fossili. Queste due strategie sono gestite rispetto a nuovi indici allineati con le disposizioni dell’Accordo di Parigi. Inoltre, Climate Global Bonds è la prima strategia obbligazionaria globale perfettamente in linea con l’Accordo di Parigi.
È importante notare che i requisiti normativi previsti per i benchmark allineati a Parigi sono addirittura più stringenti di quelli dell’Accordo stesso. È quindi del tutto appropriato che lo EU Technical Expert Group on Sustainable Finance (TEG) descriva i benchmark allineati a Parigi come "strumenti per gli investitori che desiderano essere in prima linea nella transizione energetica, favorendo oggi i protagonisti dell'economia di domani". 1
Gli elevati standard definiti da Robeco per il processo di riduzione delle emissioni di CO2 dai portafogli di investimento riflettono l’impegno della società a favore della lotta al cambiamento climatico.
Robeco Climate Global Bonds e Robeco Climate Global Credits sono strategie di investimento attive che si basano sulla nostra esperienza consolidata nel reddito fisso a livello globale. Combinano le nostre prospettive di tipo “top down”, sui cicli macroeconomici e creditizi, con una selezione degli emittenti di tipo “bottom up”, per orientarsi al meglio nei cicli di mercato, sfruttarne le inefficienze e contribuire in maniera positiva ad attività sostenibili. I fattori legati ai cambiamenti climatici sono perfettamente integrati nel processo di investimento e nella costruzione del portafoglio, e spalmati tra diverse componenti.
L’approccio agli investimenti è di tipo “contrarian”, focalizzato sul valore e guidato dalla ricerca. È sostenuto da un team altamente qualificato, composto da quasi 30 esperti di macroeconomia e analisi del credito, capaci di riconoscere le migliori opportunità offerte dai mercati obbligazionari globali. Il Robeco Sustainable Investing Center of Expertise condivide le sue analisi con i team di investimento, mentre il team di data scientist fornisce informazioni e spunti di riflessione sulle emissioni di gas serra e sulle diverse intensità.
L’approccio di tipo “top down” si combina con una selezione degli emittenti di tipo “bottom up”, fondata su una rigorosa ricerca fondamentale, per contribuire in maniera positiva ad attività economiche sostenibili. Il team Robeco di professionisti esperti del reddito fisso filtra l'universo d'investimento disponibili, per arrivare ad un elenco selezionato di emittenti. Tale processo incorpora considerazioni a livello di settore e nazione, nonché su fattori ambientali, sociali e di governance (ESG).
Selezioniamo gli emittenti tenendo conto dell'intensità delle emissioni di CO2 di governi, settori e aziende. Ciò garantisce che la strategia segua una traiettoria di decarbonizzazione in grado di ridurre l’intensità complessiva delle emissioni del portafoglio del 7% su base annua.
Victor Verberk - CIO Fixed Income e Sustainability
Robeco ha innovato in questo ambito, collaborando con Solactive, per creare benchmark allineati a Parigi per gli investimenti a reddito fisso – per i crediti aziendali e le obbligazioni aggregate. Questi sono gli indici nei confronti dei quali viene misurata la performance delle strategie Robeco Climate Global Fixed Income.
Il benchmark parte prendendo come riferimento un'intensità di emissioni di CO2 inferiore rispetto all'universo del mercato globale, decarbonizzando di lì in poi a un tasso del 7% annuo rispetto al punto di partenza. Nel caso dell'indice allineato a Parigi per i crediti corporate, il punto di partenza sarà inferiore del 50% al mercato più ampio, in linea con il regolamento del benchmark dell'UE per i benchmark allineati a Parigi.
Per le obbligazioni corporate:
Per le obbligazioni governative
Nonostante questi vincoli legati al carbonio, riteniamo che le caratteristiche dell'indice vadano a rispecchiare quelle del mercato nel suo complesso nel corso del tempo. In particolare, il back-test degli indici Benchmark Solactive, allineati a Parigi, per le obbligazioni corporate e governative, rispetto agli indici Solactive Global per obbligazioni corporate e governative, dà risultati favorevoli: il comportamento e le caratteristiche di rendimento degli indici allineati a Parigi sono molto simili a quelli degli equivalenti indici generici, con la fondamentale differenza che gli indici allineati a Parigi hanno emissioni di CO2 molto più basse.