La famosa azienda anglo-olandese, operante nel settore del petrolio e del gas, ha dichiarato che intende diventare un’impresa a emissioni nette zero entro il 2050 (o anche prima), ampliando la portata degli obiettivi precedenti, che prevedevano di tagliare la sua notevole impronta ambientale.
La decisione è stata presa sulla scia di intense attività di engagement con gli investitori di Climate Action 100+, guidati da Robeco e dal Fondo Pensione della Chiesa di Inghilterra, nonché con altre piattaforme, tra cui il gruppo di investitori olandesi Eumedion e il Gruppo di investitori istituzionali per i cambiamenti climatici.
Il nuovo accordo poggia le basi sull’ambizioso progetto in campo climatico annunciato da Shell nel 2017, e sulla Dichiarazione congiunta con gli investitori del dicembre 2018, quando la società decise di fissare obiettivi a breve termine per il taglio delle emissioni di carbonio, legandoli per la prima volta alla retribuzione dei dirigenti.
Nella sua ultima dichiarazione, Shell ha affermato che avrebbe:
Impostato un piano ambizioso per raggiungere lo zero netto su tutte le emissioni relative alla fabbricazione di tutti i suoi prodotti entro il 2050 al più tardi. Ciò include sia le emissioni Scope 1 (quelle prodotte direttamente dalla società) sia le emissioni Scope 2 (quelle prodotte mediante la generazione dell’elettricità o del calore necessari alla società).
Ridotto l’impronta di carbonio netta dei suoi prodotti energetici di circa il 65% entro il 2050 (da circa il 50%), e di circa il 30% entro il 2035 (da circa il 20%).
Privilegiato i rapporti di affari con quelle imprese e quei settori che entro il 2050 avranno anch’essi zero emissioni nette, includendo così anche le emissioni Scope 3 che si verificano lungo la catena del valore.
Per Robeco, il dialogo con Shell è stato portato avanti dai due Senior engagement specialist, Sylvia van Waveren e Michiel van Esch, che avevano già avuto successo in passato nel convincere Shell a sedersi al tavolo delle trattative sulla decarbonizzazione, assieme ad altre aziende ad alte emissioni di carbonio.
La riduzione dell’impronta di carbonio a livello mondiale è considerata essenziale per centrare gli obiettivi dell'accordo di Parigi. Questo accordo internazionale mira a mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 2 gradi Celsius rispetto ai livelli pre-industriali entro la fine del secolo e, idealmente, a limitare l’aumento di temperatura a 1,5 gradi, per rallentare i danni provocati dal cambiamento climatico.
L’engagement funziona
“Questo nuovo piano ambizioso si poggia sulla dichiarazione congiunta del 2018 da parte di Shell e Climate Action 100+”, spiega Peter Ferket, Chief Investment Officer di Robeco. “Con ciò, si dimostra che il forte engagement da parte degli investitori istituzionali con Shell contribuisce ad accelerare il ritmo del cambiamento, per conseguire gli obiettivi dell'accordo di Parigi. Viene sollevata l’asticella e si definisce un approccio che sarà seguito anche dalle altre aziende operatori nel settore del petrolio e del gas”.
“Ciò dimostra ancora una volta che l’impegno diretto con le società in cui investiamo dà i suoi frutti e che l’engagement rappresenta un potente meccanismo (nonché fattore di differenziazione) per attuare il cambiamento e affrontare grandi sfide come quelle poste dal cambiamento climatico”, aggiunge Carola van Lamoen, responsabile Active ownership di Robeco.
“Continueremo ad impegnarci attivamente con le aziende, per migliorare il comportamento responsabile delle imprese in cui investiamo, dato che ciò è nell'interesse a lungo termine di tutti: le aziende, i nostri clienti e la società nel suo complesso”.
Report sui progressi
Shell ha inoltre dichiarato che seguirà da vicino, e segnalerà, i progressi compiuti nel ridurre l’impronta di carbonio netta dei prodotti energetici da essa forniti, nonché gli sviluppi a favore del conseguimento di emissioni nette zero da parte delle sue attività. La società si impegnerà anche a sviluppare un metodo per tracciare e rilevare la riduzione delle emissioni da parte dei suoi clienti - un’operazione relativamente complessa, che richiederà lo sviluppo di appropriati quadri di riferimento e metodologie contabili.
“Con la pandemia di Covid-19, e il grave impatto che essa ha avuto sulla salute dei cittadini e sulle economie, possiamo dire che questi sono tempi straordinari. Eppure, proprio in un momento così drammatico, dobbiamo mantenere alta l’attenzione sul lungo termine”, ha affermato Ben van Beurden, Chief Executive Officer di Royal Dutch Shell.
“Le aspettative della società si sono modificate velocemente per quanto riguarda il dibattito sul cambiamento climatico. Shell deve far fare un’ulteriore salto di qualità alle proprie ambizioni, e questo è il motivo per cui vogliamo diventare un’azienda energetica ad emissioni nette zero entro il 2050 (o anche prima). La società nel suo complesso e i nostri clienti non si aspettano niente di meno da noi”.
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